Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

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Il patrimonio artistico mondiale e l'Italia

C’è chi dice 50, altri 60, altri ancora 70. Si è arrivati alla iperbolica cifra del 90%! Ogni volta che qualcuno, in qualche trasmissione televisiva o in qualche articolo, parla di arte, vengono sparate a caso cifre (palesemente assurde) sulla percentuale di patrimonio artistico mondiale che l’Italia possederebbe.

Venezia - Museo Correr - Sala Antonio Canova - Photo ©Piergiorgio Pescali


Naturalmente tali incredibili iperbole non hanno alcun fondamento e nessuno tra i soloni che mitragliano numeri così strampalati ha mai giustificato le fonti da cui vengono tratti. Semplicemente perché non vi è nessuna fonte seria che lo abbia mai fatto e scagliare a caso tali cifre non solo è dannoso per l’Italia, ma anche irresponsabile e superficiale.

Qualunque persona di buon senso si potrebbe semplicemente chiedere come sia possibile che in un territorio così esiguo (l’Italia occupa lo 0,2% della superficie terrena del mondo) si possa concentrare tra il 50 e il 90% del patrimonio artistico mondiale. Tanto più che la nostra storia inizia ben più tardi di altre civiltà. Quando gli egiziani costruivano le piramidi, gli indiani abitavano in città dotate di fognature o i cinesi sfoggiavano eleganti e sofisticati rituali di corte, i nostri antenati abitavano in case in legno e la civiltà villanoviana stava compiendo i suoi passi verso l’età del bronzo.

Ma come si può calcolare la quantità d’arte presente in un determinato territorio? E, soprattutto, cosa si intende per opera d’arte o patrimonio artistico? Ad oggi non vi è alcun parametro oggettivo o alcuna codifica che permetta di identificare un oggetto o un luogo come opera d’arte o patrimonio culturale. Il tutto è lasciato al legislatore che, come noto e ovvio, ha parametri di valutazione soggettivi e alquanto variabili.

L’unica “classifica” possibile, in questo senso, potrebbe essere redatta calcolando i siti inscritti nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO (http://whc.unesco.org/en/list), ma anche in questo caso le cifre indicate dai “luminari” nostrani non hanno alcun riscontro.
Su 1031 siti riconosciuti come patrimonio mondiale dall’UNESCO, solo 51 sono in Italia.

Siamo, dunque, ben lontani dai numeri stratosferici indicati all’inizio.

Copyright ©Piergiorgio Pescali

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