On March 14, 1883 died Karl
Marx, author, among others, of the Communist Manifesto and The Capital, and
foster father of the world communist movement.
His most famous work next to
the capital, was The Communist Manifesto. Written in January 1848 in Brussels,
it cost to Marx the expulsion from Belgium. It is not a coincidence that the
Manifesto was written in 1848, the year of social and political upheaval in
Europe. The monarchies of Europe, from France to Austria had to face popular, nationalist
and republican uprisings. In England the Chartists, considered by Engels the
first organized workers movement, marched to Central London. They were stopped
in Kennington Common by the troops of the Duke of Wellington.
As often happen for
progressive thinkers, Marx's works have been appreciated more after his death
than during his life. The workers' revolution theorized by Marx never took
place (in marxist terms): they were quite a few enlightened leaders, mostly intellectuals,
to complete the marxist design with a few faithful in their wake, imposing a marxist-closer
vision to their policy.
Karl Marx - photo John Jabez Edwin Mayall - International Institute of Social History in Amsterdam, Netherlands |
Manystates that have been
or are considered socialists (North Korea, China, Democratic Kampuchea), have
little marxist theories in them. Perhaps the marxist concept that ties these
"dictatorships of the proletariat" is the strong sense of discipline,
not in the sense to control the company, as an essential condition for social
classes to be transformed into productive masses.
Paradoxically, marxist
thought is more relevant today than in the nineteenth century: the
anti-nationalism of proletarian internationalism, uniting the working class,
not through national identities, but by needs and desires, it has been made
complete by the globalization, despite the clear defeat of proletarian
movement. Just as Marx theorized, capital is also revealed in its progressive
function (Marx took the British colonization in India as example) as a
destructive action (in this case, the Asian values) and regenerating (new
enlightened values of Western
society).
Copyright
©Piergiorgio Pescali
14 MARZO
1883: MUORE KARL MARX
Il 14 marzo 1883 moriva Karl Marx, autore, tra gli altri, del
Manifesto del Partito Comunista e de Il Capitale, e padre putativo del
movimento comunista mondiale.
La sua opera più famosa accanto a Il Capitale, fu, come già
scritto, Il Manifesto del Partito Comunista. Scritto nel gennaio 1848 a
Bruxelles, costò a Marx l’espulsione dal Belgio. Non è certo un caso che Il
Manifesto venne scritto nel 1848, anno di sconvolgimenti sociali e politici in
Europa (ricordate il detto: “è successo un quarantotto”?). Le monarchie di
tutta Europa, dalla Francia all’Austria dovettero affrontare insurrezioni
popolari, nazionaliste e repubblicane. In Inghilterra i Cartisti, considerato
da Engels il primo movimento operario organizzato, marciarono in massa verso il
centro di Londra. Vennero fermati a Kennington Common dalle truppe del Duca di
Wellington.
Come
spesso accade per i pensatori troppo progressisti, le opere di Marx sono state
apprezzate più dopo la morte che durante la sua vita. La rivoluzione operaia
teorizzata da Marx non ebbe mai luogo (almeno nei termini marxisti): furono
piuttosto pochi leader illuminati, per lo più intellettuali, a portare a
termine il disegno marxista con pochi fedeli al loro seguito, imponendo una
visione marxisteggiante alla loro politica.
Marx, Engels e Lenin in un manifesto sovietico |
Molti
stati che sono stati o sono considerati socialisti (Corea del Nord, Cina
Popolare, Kampuchea Democratica), hanno ben poche teorie marxiste nel loro
interno. Forse il concetto più marxista che accomuna queste “dittature del
proletariato” è il forte senso della disciplina, non tanto per controllare la
società, quanto condizione essenziale affinché le classi sociali vengano
trasformate in masse produttive.
Paradossalmente, il pensiero marxista è molto più attuale oggi
che nel XIX secolo: l’antinazionalismo dell’internazionalismo proletario, che
unisce la classe lavoratrice non attraverso identità nazionali, bensì attraverso
bisogni e desideri, si è realizzato con la globalizzazione nonostante la chiara
sconfitta del movimento proletario. Proprio come teorizzava Marx, il capitale si
è rivelato anche nella sua funzione progressiva (Marx portava ad esempio la
colonizzazione britannica in India) in quanto azione distruttrice (nella
fattispecie, dei valori asiatici) e rigeneratrice (di nuovi valori illuminati
della società occidentale).
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©Piergiorgio Pescali
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