In 2004 the International
Court of Justice hast stated the illegitimacy of the Israeli West Bank
settlements, Israelian civilian communities who started to live in West Bank
and East Jerusalem during the 1967 war. The UN Security Council Resolution 465,
released in 1980 “Determines that
all measures taken by Israel to change the physical character, demographic
composition, institutional structure or status of the Palestinian and other
Arab territories occupied since 1967, including Jerusalem, or any part thereof,
have no legal validity and that Israel's policy and practices of settling parts
of its population and new immigrants in those territories constitute a flagrant
violation of the Fourth Geneva Convention relative to the Protection of
Civilian Persons in Time of War and also constitute a serious obstruction to
achieving a comprehensive, just and lasting peace in the Middle East”.
The
settlements problem is one of the main obstacle for the Isreali-Palestinian
conflict. The Netanyahu government has accelerated and support the growth of
Israeli settlements in West Bank and East Jerusalem.
Since
1999 the Israeli settlers have doubled: from 177.000 to 350.000 (exluding East
Jerusalem; more than 650.000 including East Jerusalem). 121 settlements are
authorised by Israeli government while 102 are unauthorized (military outposts
are not included).
Here
is the map (source: Foundation for Middle East Peace) showing the settlements
growth between 2000 and 2012. In 2013 about 100 new buildings has been built in
West Bank stated the will of Netanyahu government to increase the Israelian
presence. Some of them are inside the West Bank, but behind the Israeli West
Bank Barrier (that’s because the separation wall goes well inside the borders
and Palestinian land).
Copyright ©Piergiorgio Pescali
West Bank: the Israeli settlements (source: Foundation for Middle East Peace)
La Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato
l’illegittimità degli insediamenti israeliani nella West Bank nel 2004 dopo
che, nel 1980, anche la Risoluzione 465 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU aveva
affermato l’illegalità di “tutte le
misure prese da Israele per cambiare la composizione demografica, istituzionale
e lo status dei territori arabi e palestinesi occupati dal 1967, incluso
Gerusalemme (…) costituendo una flagrante violazione della Convenzione di
Ginevra relativa alla Protezione dei Civili in tempo di Guerra e costituendo un
serio ostacolo al raggiungimento della pace nel Medio Oriente”.
L’immigrazione dei coloni israeliani nella West Bank è iniziata
durante la guerra del 1967 e continua ancora oggi con una preoccupante
accelerazione dell’insediamento durante il governo Netanyahu.
Dal 1999 i coloni israeliani sono raddoppiati: da 177.000 a
350.000 (il calcolo esclude i coloni di Gerusalemme Est; includendo questi si
raggiunge la cifra di 650.000 coloni). Il governo israeliano riconosce
ufficialmente 121 insediamenti, ma nella sola West Bank ve ne sono altri 102
non riconosciuti ufficialmente (gli avamposti e le caserme militari non sono
conteggiati come insediamenti)
La mappa qui riprodotta (tratta da Foundation for Middle East
Peace) mostra l’aumento degli insediamenti tra il 2000 ed il 2012.
Nel solo 2013 sono stati costruiti circa 100 nuovi edifici,
dimostrando la volontà del governo Netanyahu di aumentare la presenza
israeliana. Alcune di queste nuove costruzioni sono all’interno della West
Bank, ma nella parte del muro che guarda verso Israele (questo è dovuto al
fatto che il muro israeliano penetra di diversi chilometri all’interno del
territorio palestinese).
Copyright ©Piergiorgio Pescali
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