Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

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Ebraismo: gli ebrei antisionisti -- di Piergiorgio Pescali

Nel 1896 Theodor Herzl ripropose all’attenzione del mondo ebraico un’idea non certamente nuova, ma che alla fine del XIX secolo cominciava a prendere sempre più piede tra le comunità israelitiche; la creazione o, come disse lo stesso Herzl, la “restaurazione” di uno stato che potesse ospitare ebrei da tutto il mondo.
In verità Herzl non propose il ritorno in Palestina; anzi, al primo Congresso Sionista svoltosi a Basilea nel 1897, indicò l’Uganda come possibile luogo in cui insediare il popolo ebraico.
La proposta fu quasi subito contrastata da gruppi antisionisti come il Bund o l'Agudat Yisrael.

Ebrei Ortodossi a Gerusalemme

Tra i rabbini più agguerriti c'era Joel Teitelbaum (1887-1979), fondatore del movimento Satmar, il primo grande gruppo di ebrei ortodossi che si opposero, allora come oggi, allo stato di Israele ed i cui 119.000 membri vivono principalmente a Williamsburg (Brooklyn) e Mea Shearim (Gerusalemme). Teitelbaum è stato il più radicale nel condannare il sionismo giungendo a definirlo come “la più grande forma di impurità spirituale del mondo intero”. La base su cui il teologo, e tutti i movimenti ortodossi ebraici, esplicano la loro contrarietà allo stato israeliano è l'interpretazione di un passo del Talmud di Babilionia (ketubot 111a) secondo cui solo il Messia avrebbe potuto riconsegnare la Terra d'Israele al popolo ebreo. In questo senso l'opposizione è totale anche verso l'aliyah, la migrazione verso Israele da parte degli ebrei della Diapora. Rompendo i patti con il Signore, i sionisti sarebbero i responsabili delle punizioni divine cadute sul popolo ebraico nel corso della storia, compreso l'olocausto; teoria condivisa da migliaia di Edah Haredith, le comunità ultraortodosse sparse per il mondo. Dopo la Guerra dei Sei Giorni (1967) Teitelbaum vietò ai Satmar di pregare al Muro del Pianto di Gerusalemme ed in altri Luoghi Santi della città per evitare una anche minima parvenza di legittimazione dell'occupazione da parte di Israele.

Un altro gruppo di ebrei ortodossi particolarmente attivi nel loro antisionismo sono i Neturei Karta. Fondati da Rabbi Aharon Katzenelbogen nel 1938 dopo essersi separati dall'Agudat Yisrael, i Neturei Karta (Guardiani della città, in lingua aramaica) combattono il sionismo in quanto considerato colonialismo “e tutto ciò che esso porta, dalla perdita di vite umane all'oppressione, è una profanazione della volontà di Dio”. Uno dei loro rabbini, Moshe Hirsch (1923-2010) è stato consigliere di Arafat per gli Affari Ebraici del governo palestinese, mentre nel 2005 alcuni loro membri hanno partecipato alla Marcia per la Liberazione di Gaza. 

Delegazione di Neturei Karta in Iran con Ahmadinejad (foto AFP)

Diverse delegazioni Neturei Karta si recano regolarmente in Iran e nel 2006 hanno anche partecipato, su invito di Ahmadinejad, alla famosa conferenza sull'olocausto, alla quale hanno preso parte numerosi negazionisti e revisionisti. Il loro sentimento pro palestinese, così come quello di altri gruppi di ebrei ortodossi, non ha nulla a che vedere con i diritti umani o con la politica (entrambe leggi secolari), ma è funzionale solo al fatto di voler adempiere alla volontà del Signore. “I sionisti devono cedere l'intera terra alla Palestina e attendere la venuta del Messia per riavere Israele” sono le frasi più ricorrenti che si leggono e si ascoltano quando ci si reca a Mea Shearim, il quartiere di Gerusalemme che ospita gli ebrei ortodossi secondo le strette rigide osservanze della Torah e del Talmud. Dedicandosi completamente allo studio della Torah molti ebrei ortodossi sono costretti a sopravvivere con i sussidi statali rifiutando di prestare il servizio militare. E questo sta creando malcontento tra chi vive in Israele, laici e non. Per molti analisti questa sarà la guerra interna che dovranno sostenere i futuri governi israeliani. Una guerra meno sanguinosa, ma altrettanto cruenta di quella che si sta combattendo oggi.

Copyright ©Piergiorgio Pescali

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