Sen no Rikyu was born Yoshiro in
1522 at Sakai. He was given the name Sen Soueki after his grandfather’s name,
Sen-ami, when he enterd in the
Daitoku-ji temple. In 1585 Emperor Ogimachi honored him with the title of Rikyu
Koji and since then Sen Soueki was known with the name of Sen no Rikyu Koji.
Under the tea master Kitamuki Dochin
the young Yoshiro learned the rudimental of the tea ceremony. At 19 years old
he was introduced to the wabi aestethic under Takeno Joo while studing zen at
Daitoku-ji Temple, Kyoto and two years later he married Hoshin Myoju.
At 58 years old Sen no Rikyu became
tea master at the Oda Nobunaga Court. When Nobunaga died in 1582, he became the
tea master for Toyotomi Hideyoshi. Both became close friends and under the
patronage of Hideyoshi Sen no Rikyu became the most prominent master of the chanoyu
(tea ceremony). Taking learnings from the time when he was student of Takeno
Joo, Sen no Rikyu developed a new style of chanoyu. Abandoning the big and rich
rooms where the tea ceremony was held, he change drastically the idea of the
tea way, returning to small, empty and poor bamboo huts serving tea for few
guests with rough ceramic bowls. The
idea was to make a chado (literally “The way of tea”) by two simple concepts:
the wabi (simplicity) and the sabi (the appreciation of the old).
According to Sen no Rikyu four
quality must be followed in order to make a perfect tea ceremony: the respect,
the purity, the tranquility and the harmony. These are the exactly the same
qualities that every tea ceremony master and practitioner must have in their
daily life.
Abandoning the huge tea room, he had
the chado in tiny teahouse only 4 mat
and half to 2 mat large, roughly 2 meters square. Entering the tea room is permitted only living
all the weaponry outside of it and passing through a small and low door which
obliges people to bow.
The chado was very popular among
samurai because it help them to get an insight looking into their life. So,
chado was very far from the common saying in Western of a ceremony to relax and
rest (in fact, chado literally means “the way of tea” and it is not a
merely “ceremony”). In the meaning of
“way”, the chado was not different of bushido:
performing the chado the samurai could learn to deal with their enemies and
accept the inevitability of the death.
Sen no Rikyu died on April 21, 1591
by order of his closest and powerful fried: Toyotomi Hideyoshi, who orderd him
to make seppuku. No reasons was added to this decision; even Sen no Rikyu
didn’t explain anybody why he was asked to kill himself by Toyotomi. That has
been an enigma till today.
But, as a samurai, Sen no Rikyu
accepted the order.
Before committing seppuku he
performed his last chado writing a farewell poem:
I raise the sword,
This sword of mine
Long in my possession.
The time is come, at last.
Skyward I throw it up!
Sen
no Rikyu nacque nel 1522 a Sakai, nei pressi di Osaka. Il nome dato dai suoi
genitori era Yoshiro, ma quando entrò nel tempio Daitoku-ji per studiare zen,
lo cambiò in Sen Soueki, da Sen-ami, il nome di suo nonno. Nel 1585
l’imperatore Ogimachi gli concesse il titolo di Rikyu Koji e da allora Sen
Soueki venne chiamato Sen no Rikyu Koji, nome con cui passerà alla storia.
Fu
Kitamuki Dochin ad insegnare a Yoshiro i primi rudimenti del chanoyu (letteralmente
“acqua calda e tè”), ma solo quando passò sotto la scuola di Takeno Joo, mentre
studiava zen al Daitoku-ji, sviluppò il concetto di wabi, che rivoluzionerà la
cerimonia del tè.
Terminati
gli studi Sen no Rikyu sposò Hoshin Myoju, da cui ebbe un figlio.
A
58 anni divenne maestro presso la corte di Oda Nobunaga ed alla sua morte, nel
1582, prestò i suoi servigi a Toyotomi Hideyoshi. Fu proprio Toyotomi a rendere
famoso Sen no Rikyu e tra le due grandi figure si sugellò una profonda amicizia
e stima reciproca. Riprendendo le idee assimilate sotto la scuola di Takeno
Joo, il maestro sviluppò una nuova estetica della chanoyu: il tè non si consumò
più in grandi e ricche stanze (espressione del livello sociale), ma venne
riportata all’idea originaria di minuscole casette di bamboo grandi solo 4
tatami e mezzo per due (circa 2 metri quadrati) e praticamente prive di ogni
fronzolo e inutile mobilia. Il tè veniva
servito in tazze di ceramica grezza e non elaborata.
Nell’entrare
nella stanza da tè chiunque avrebbe dovuto abbandonare le armi passando
attraverso una porticina che obbligava all’inchino.
L’idea
era quella di trasformare il chado (letteralmente “la via del tè”) tramite due
semplici concetti: il wabi (semplicità) e il sabi (l’apprezzamento per ciò che
è vecchio). Secondo la nuova visione del chado di Sen no Rikyu le quattro
principali qualità per completare alla perfezione la cerimonia erano il
rispetto, la purezza, la tranquillità e l’armonia. Erano le stesse qualità che
ogni maestro di tè avrebbe dovuto praticare nella sua vita quotidiana.
Il
chado era popolare tra i samurai perché li aiutava a guardare nel profondo
della loro vita. In questo senso il chado è molto distante dal semplicistico
concetto occidentale di cerimonia intesa come rilassamento e riposo (difatti,
chado significa letteralmente “via del tè” e non una semplice “cerimonia”). Nel
senso di “via, il chado non era, dunque, differente dal bushido: partecipando
al chado il samurai poteva imparare a confrontarsi con i propri nemici
accettando l’inevitabilità della morte.
Sen
no Rikyu morì il 21 aprile 1591 per ordine del suo più caro e potente amico:
Toyotomi Hideyoshi, che gli ordinò di praticare il seppuku. Nessuna ragione fu
aggiunta per spiegare la decisione e lo stesso Sen no Rikyu non ha mai spiegato
ad alcuno perché gli fu chiesto di uccidere se stesso. Ancora oggi il motivo è
un enigma insoluto, anche se sono state addotte numerose teorie.
Come
un samurai, Sen no Rikyu accettò l’ordine del suo padrone senza obiezioni.
Prima
di commettere suicidio il maestro di tè face un’ultima chado e lasciò un poema
d’addio:
Alzo
la spada,
questa
mia spada
che
è stata a lungo in mio possesso.
E’
giunto il tempo, alla fine
Volto
verso il cielo mi protendo
Copyright
©Piergiorgio Pescali
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