E’ nata NADA, acronimo di National
Areospace Development Administration (Kukgaujugaebalkuk
in coreano), l’agenzia spaziale della Corea del Nord. Lo sviluppo della ricerca
e del programma spaziale nordcoreano è, per la verità, iniziato già da tempo,
ma solo nel 2013 la 12° Assemblea del Popolo ne aveva ufficializzato
l’esistenza. La NADA è stata creata proprio il giorno in cui cade il primo
anniversario della legge sulla ricerca spaziale nordcoreana, un testo che
contesta il monopolio statunitense e rigetta la militarizzazione dello spazio
da parte delle grandi potenze del globo.
L’emblema, la cui vaga somiglianza con
quello della NASA statunitense è stata sottolineata da molti commentatori,
riporta al centro di un cerchio di colore blu scuro il nome dell’agenzia in
lettere latine sovrastato dall’acronimo DPRK (Democratic People’s Republic of
Korea, il toponimo ufficiale della Corea del Nord). Inscritta nella parte
inferiore il nome dell’agenzia in caratteri coreani: Kukgaujugaebalkuk.
Nella parte superiore
la costellazione dell’Orsa Maggiore (priva, quindi, della stella Polare), che,
secondo la Korean Central News Agency, l’agenzia di stampa di Pyongyang,
dovrebbe rappresentare la glorificazione del programma spaziale voluto da Kim
Il Sung e Kim Jong Il.
Due anelli di colore azzurro si
intersecano in senso longitudinale e latitudinale per simboleggiare le orbite
satellitari.
La legge spaziale ratificata nel 2013
segue il lancio in orbita del satellite nordcoreano Kwangmyongsong-3 avvenuto nell’aprile 2012, in occasione del centesimo
anniversario della nascita di Kim Il Sung alla presenza di numerosi esponenti
della stampa estera e tecnici addetti ai lavori.
Nessuno, però, ha, sino ad oggi,
registrato alcun segnale proveniente dall’oggetto spaziale nordcoreano ed
alcuni scienziati e tecnici hanno ipotizzato che, seppur definito un successo
da Pyongyang, anche questo lancio sia stato funestato da incidenti come quelli
che hanno distrutto i quattro satelliti che la Corea del Nord aveva
precedentemente tentato di mettere in orbita.
Nell’iconografia celeste del regime
nordcoreano Kim Il Sung è spesso associato al sole, Kim Jong Il alla Stella
Polare (Kwangmyongsong in coreano),
mentre Kim Jong Un alla Via Lattea (Unha in coreano). E’ forse per evitare
ogni possibile equivoco nel presentare, anche involontariamente, un leader superiore
all’altro, che nel logo della NADA si è scelto di inserire l’Orsa Maggiore
piuttosto che la ben più evocativa Orsa Minore che include, appunto, la Stella
Polare.
Nonostante la legge emanata dalla 12°
Assemblea del Popolo affermi che il programma spaziale nordcoreano non ha nulla
a che vedere con progetti a scopo militare, risulta chiaro che ogni ricerca in
tal senso andrà anche a beneficio del sistema missilistico della nazione. Stati
Uniti, Giappone e Corea del Sud temono che Pyongyang possa giungere alla tanto
agognata testata missilistica miniaturizzata in grado di trasportare testate
nucleari ben oltre il Pacifico.
La forza militare, ed in particolare nucleare, della
Corea del Nord viene da sempre mostrata dal regime come testimonianza delle
conquiste tecnologiche e scientifiche che permetteranno alla nazione di
mantenere la propria indipendenza e, al tempo stesso, di costruire una società
tecnologicamente avanzata a vantaggio dei cittadini. La rapidità con cui il
governo libico, alleato di Pyongyang, è crollato nonostante lo stesso Gheddafi
avesse accettato di interrompere il programma nucleare in cambio di
riconoscimenti politici, ha condotto Kim Jong Un a concludere che se il leader
africano avesse mantenuto l’arsenale militare intatto, le potenze europee non
avrebbero attaccato il suo paese. Dal 2006 ad oggi, la Corea del Nord ha
condotto tre test nucleari e fonti militari statunitensi ipotizzano che il
paese abbia accumulato plutonio sufficiente per la costruzione di 6-12 bombe
atomiche. Ma un conto è possedere armi nucleari, un altro è poterle indirizzare
sui bersagli. Pyongyang non avrebbe ancora missili testati capaci di lanciare
testate atomiche: i Taepodong-2, i più potenti missili oggi a disposizione
delle forze armate nordcoreane capaci di raggiungere le coste orientali USA,
sono estremamente vulnerabili dato che hanno bisogno di una rampa di lancio
fissa e diversi giorni (se non settimane) di preparazione prima del lancio.
Tutti gli altri missili, dai KN-02 ai Nodong, hanno un raggio di azione relativamente corto (al
massimo 1.600 km), ma soprattutto non sarebbero in grado di trasportare una
testata nucleare se non miniaturizzata, che attualmente Pyongyang non dispone.
Copyright ©Piergiorgio Pescali
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