Quale società lascia Kim
Jong Il in eredità al suo successore? Da quando, nel 1994, ha preso formalmente
il potere, il Grande Leader ha sempre dovuto mediare tra la potente casta dei
militari, contraria a riforme troppo energiche, e la lobby degli economisti,
favorevoli ad aperture più liberali. Il potere di Kim Jong Il, lungi
dall’essere assoluto, si è sempre dovuto districare tra questi due estremi, con
un certo sbilanciamento a favore dei secondi, favoriti anche dall’appoggio
goduto da Cina, Corea del Sud e Giappone. Chi frequenta regolarmente la Corea
del Nord, non può fare a meno di notare i drastici cambiamenti che Kim Jong Il
ha voluto imprimere alla società sin dalla morte di suo padre, Kim Il Sung.
L’economia del paese, sostanzialmente agricola, fatica comunque a trovare un
equilibrio tra la produzione (sostanzialmente soddisfacente) e la distribuzione
dei prodotti nella nazione. Nel rapporto di ottobre, i rappresentanti della
Food and Agriculture Organization FAO e del World Food Programme (WFP), hanno
segnalato un incremento della produzione agricola dell’8,5% annuo. Il governo,
però, fatica a portare il raccolto nei negozi statali per mancanza di mezzi e
di carburante. Il risultato è una grande disparità del livello di vita tra
provincia e provincia a seconda di quanto lontani siano i centri di produzione.
La privatizzazione di alcune attività agricole e l’apertura dei mercati
autorganizzati dai contadini, non hanno prodotto i risultati aspettati e gran
parte della popolazione nordcoreana fatica a procacciarsi cibo sufficiente. Le
due rivalutazioni monetarie del 2002 e del 2009, hanno innalzato i prezzi dei
beni commerciali sino a portare il costo di un chilo di riso a 5.000 won al kg
(un salario medio si aggira sui 20.000 won al mese). Gli investimenti stranieri
si concentrano nelle città: Pyongyang, la capitale, è oggi un pullulare di
cantieri e il traffico nelle strade, se fino a pochi anni fa era inesistente,
oggi comincia a diventare consistente. Con la recente legge emanata dal governo
che permette anche ai privati di possedere un’automobile, il piano viario della
città sta per essere rivoluzionato con la consulenza di esperti giapponesi. Per
il 2012, centenario della nascita di Kim Il Sung, verrà aperto l’hotel
Ryugyong, un mastodontico hotel scintillante, la cui costruzione era iniziata
nel 1987 per poi essere interrotta nel 1992 a causa di mancanza di fondi, mentre
in alcuni quartieri cittadini, sono sorti palazzi color pastello, una vera
novità nell’architettura socialista nordcoreana. Società singaporeane e
sudcoreane hanno costruito anche parchi a tema e lungo gli immensi viali delle
principali città del paese, sorgono piccole bancarelle private che vendono
hamburger, gelati, dolciumi. Ogni anno aumenta anche il numero di turisti e dei
circuiti permessi. Anche le relazioni internazionali, pur tra alti e bassi,
hanno segnato dei cambiamenti: le visite di delegazioni straniere si fanno
sempre più numerose e si parla sempre con più insistenza di una visita di
Hillary Clinton a Pyongyang per sbloccare i negoziati di pace e, di
conseguenza, sul nucleare. Un segnale in questo senso è il permesso accordato
da Pyongyang alla Coca Cola di avviare una fabbrica in Nord Corea e alla
Kentucky Fried Chicken di aprire una catena di negozi nelle principali città
del paese.
©
Piergiorgio Pescali
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