Con circa 1,1 milioni di effettivi, la Corea del Nord ha,
formalmente, il quinto esercito più numeroso al mondo; ma il numero di soldati
non è necessariamente direttamente proporzionale alla potenza militare. Le
forze armate della Corea del Sud contano circa la metà dei militari rispetto al
nord, ma dispongono di un equipaggiamento tecnico e un addestramento fisico
decisamente superiore. Inoltre sul territorio sudcoreano stazionano 28.500
militari statunitensi che dispongono di arsenale nucleare. Da sempre, però,
l’Esercito Popolare Coreano è l’organizzazione più importante della nazione.
Fondato da Kim Il Sung durante la guerra anticoloniale, l’apparato militare è
oggi anche (e soprattutto) una potenza economica. Suo il controllo della quasi
totalità delle miniere carbonifere, la principale voce di export del paese,
così come sue sono la Korea Mining Development Trading Corp., la Korea
Ryongbong General Corp. e la Tanchon Commercial Bank. Avere un membro della
famiglia nell’esercito, oltre che dare prestigio al nome, è una garanzia di
sopravvivenza. Spesso le famiglie dei militari hanno diritto ai posti migliori
nelle scuole, nei servizi pubblici e negli ospedali. I grandi nomi della
politica nordcoreana escono quasi sempre dai ranghi dell’esercito, meglio se
tra il loro albero genealogico figura qualche membro della guerriglia
antigiapponese e della guerra di Corea. Choe Yong Rim, primo ministro della
Corea del Nord, O il Ching, direttore del Dipartimento Affari Militari del
Partito dei Lavoratori, Kim Yong Chun, uno dei vicepresidenti della
potentissima Commissione Nazionale di Difesa e Ministro delle Forze Armate sotto
Kim Jong Il, O Kuk Ryol, vicepresidente della Commissione Nazionale di Difesa
ed ex Capo di Stato maggiore, hanno tutti parentele con commilitoni di Kim Il
Sung.
Durante la leadership di Kim Jong Il, il potere dei militari si
è fatto più incisivo e il Caro Leader ha diradato nel corso degli anni i
riferimenti all’idea del Juche
coniata da suo padre, proponendo al suo posto lo slogan del Seongun Jeongchi, prima i militari. Non
è stato certamente un caso che il primo passo per ufficializzare la successore
di Kim Jong Un, sia stata la promozione a daejang,
generale a 4 stelle, avvenuta nel settembre 2010. Le mostrine guadagnate per
meriti “famigliari”, però, non sarebbero certamente bastate al nuovo generale
per guadagnarsi il rispetto dei più vecchi ufficiali. Ecco allora l’attacco
all’isola sudcoreana di Yeonpyeong, bombardata dall’artiglieria nordcoreana il
23 novembre, appena due mesi dopo la promozione di Kim Jong Un. Coincidenza? In
politica non esistono coincidenze e il confronto militare sarebbe stata una
dimostrazione di forza del futuro leader nordcoreano verso i suoi potenziali
nemici all’interno dell’esercito. La Seongun
Jeongchi si è poi rafforzata proprio in occasione dei funerali di Kim Jong
Il, quando il tutore di Kim Hong Un, Jang Song Taek, è stato mostrato per la
prima volta dalla TV nordcoreana in alta uniforme. Una rassicurazione a tutti i
vertici militari che la loro supremazia non verrà messa in discussione.
©
Piergiorgio Pescali
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