E’ difficile raggiungere Changjin, nella provincia di Hamgyong
Meridionale. Il viaggio in auto da Pyongyang, in questo rigido inverno, dura quattordici
ore. Sebbene le temperature scendano a dieci gradi sotto lo zero, nei villaggi
attorno alla città, il riscaldamento è quasi assente. E’ quindi un sollievo,
per gli abitanti, scendere nelle miniere, dove la temperatura si mantiene
costantemente sui 5 gradi sopra lo zero. Qui la capitale è lontana, e non solo
geograficamente. Non si assistono alle scene di pianti collettivi ai funerali
di Kim Jong Il. Gli abitanti di Changjin sono più interessati alle delegazioni
commerciali cinesi e sudcoreane che
arrivano cercando di ottenere contratti per le estrazioni minerarie e che
assicurano cinquantamila vecchi won al mese (circa 20 dollari) per dieci ore di
lavoro al giorno, sei giorni su sette. E un chilo di riso al mercato nero costa
tra i 4.000 e i 4.500 won. Inutile cercarlo nei negozi statali: le derrate
alimentari fin qui non arrivano perché non ci sono i camion per trasportarlo. I
raccolti, che secondo il rapporto del World Food Programme, negli ultimi anni
in Corea del Nord hanno segnato un incremento medio dell’8%, rimangono nelle
zone agricole, al sud e al centro del paese, dove la qualità di vita, rispetto
agli anni Novanta, è notevolmente migliorata. Solo i nordcoreani che hanno la
possibilità di commerciare con la
Cina , arrivano sin qui per vendere di tutto: dalla carne al
televisore 50 pollici
della Samsung, anche se poi quasi mai lo si può accendere perché l’elettricità
arriva un paio d’ore al giorno. Sono loro i nuovi ricchi, coloro che hanno
sfruttato al meglio la riforma economica del 2002, che legalizzava in parte il
commercio e la proprietà agricola privata, e quella finanziaria del novembre
2011, che ha costretto i nordcoreani a fare i conti con uno nuovo won forte
cambiato 1 a
100 con la vecchia moneta. Le due trasformazioni hanno aumentato considerevolmente
lo squilibrio sociale dei nordcoreani. Se a Pyongyang e nelle principali città
del paese si riscontra un boom economico ed edilizio, dovuto anche ai
festeggiamenti che si terranno nel 2012 per il centenario della nascita di Kim
Il Sung, nelle campagne la popolazione fatica a reggere il passo del
cambiamento. In città cominciano ad apparire anche le prime automobili private,
dal 2008, quando è stato introdotto il servizio di telefonia mobile, sono
200.000 i nordcoreani che ora posseggono un cellulare e nei centri commerciali
riservati ai cittadini che non posseggono valuta straniera, fanno capolino
prodotti occidentali e vestiti di marca, fino a poco tempo fa acquistabili solo
con dollari, euro o yen. Nei chioschi lungo le strade principali, vengono venduti
hamburger, patatine fritte, mentre le nordcoreane impazziscono per le soap
opera provenienti dalla Corea del Sud che, dopo un’attenta valutazione del
censore, vengono venduti liberamente nei negozi. E’ proprio grazie a queste
piccole rivoluzioni, in particolare i polpettoni melodrammatici, che i
nordcoreani stanno cominciando a chiedersi quanto attendibile sia
l’informazione data loro dai mezzi di comunicazione statali. I prodotti cinesi,
che ormai invadono il mercato della nazione, inducono invece a far nascere
un’altra mentalità nelle nuove generazioni, meno inclini a sottostare allo
stoicismo della propaganda del partito. Si respira un rinnovato spirito di
cambiamento che di anno in anno si rafforza sempre più nell’animo dei
nordcoreani. Questa nuova visione economica e, non ultima, politica, è stata
introdotta da Kim Jong Il, il leader che, nonostante l’immagine negativa fatta
da numerosi analisti, ha comunque contribuito a smuovere il paese da un’impasse
ideologica e sociale che avrebbe potuto essere mortale. Ne è testimonianza il
complesso industriale di Kaesong, dove 48.000 lavoratori nordcoreani sono
impiegati in 123 realtà produttive sudcoreane, mentre altre aziende straniere,
tra cui la Coca Cola hanno appena firmato un contratto per la produzione della
bevanda di Atlanta in Nord Corea. A breve nella capitale aprirà anche il primo
negozio della catena Kentucky Fried Chicken che si aggiungerà alle già
esistenti pizzerie e spaghetterie in stile italiano. Il successo di Kaesong ha
indotto il governo nordcoreano a inaugurare un secondo esperimento innovativo,
questa volta sull’esempio cinese. A Hwanggumpyong, al confine con la Cina, sta
nascendo una zona ad economia speciale che dovrebbe risollevare il livello di
vita dell’intera regione e stroncare il commercio illegale tra i due paesi. Kim
Jong Un, figlio ed erede di Kim Jong Il, sembra intenzionato a perseguire la
politica del padre con il beneplacito di Seoul. L’incontro con le due
delegazioni sudcoreane avvenuto prima dei funerali del Caro Leader è un segnale
positivo in questo senso, proveniente da entrambe gli attori. Sebbene non
ufficialmente riconosciute dal governo sudcoreano, il fatto che Seoul abbia
permesso ad gruppo “politico” guidato dalla moglie dell’ex presidente Kim
Dae-jung, artefice assieme a Kim Jong Il del primo incontro al vertice tra le
due nazioni nel 2000, di arrivare a Pyongyang, è segno della volontà di
riaprire un dialogo che sembrava chiuso. La seconda delegazione, guidata dalla
presidente della Hyundai, Hyun Jeong-eun, ribadisce il disegno di Kim Jong Un
di continuare le aperture economiche del precedente governo. Naturalmente
occorrerà aspettare tutto il 2012 per capire se effettivamente il nuovo leader
riuscirà a mantenere il potere lasciatogli dal padre. Il non ancora trentenne
Kim Jong Un, infatti, faticherà non poco a districarsi tra i meandri e i
trabocchetti della complicata gerontocrazia nordcoreana. Fino a poco più di un
anno fa pochi nella stessa Corea del Nord conoscevano addirittura il suo nome e
l’inesperienza in campo politico e militare potrebbero farne facile preda dei
più navigati e potenti generali dell’esercito. Per questo Kim Jong Il ha voluto
affiancargli il genero, Jang Song Taek, “ripescato” dallo stesso Caro Leader
nel marzo del 2006 dopo che, nel 2004 lo aveva allontanato dal potere per la
sua crescente influenza sui militari. Sarà lui, assieme alla moglie Kim Kyong
Hui, a fare da tutore al nuovo Leader Supremo. Il primo test interno a cui sarà
chiamato Kim Jong Un, saranno le celebrazioni per il centesimo anniversario
della morte del nonno, Kim Il Sung, fondatore della Repubblica Democratica
Popolare di Corea. Secondo quanto più volte annunciato dalla propaganda, il
2012 dovrebbe essere l’anno in cui la Corea del Nord diverrebbe ufficialmente
un «paese forte e prospero» dotato di armi nucleari. Gli oppositori di Kim Jong
Un potrebbero rivalersi del mancato raggiungimento del traguardo economico per
tentare di intaccare il centro del partito. In campo internazionale, invece, la
nuova guida coreana dovrà far fronte alla coalizione Stati Uniti-Sud
Corea-Giappone nei Negoziati a Sei, interrotti nel 2008 e in procinto di
riaprirsi prima della scomparsa di Kim Jong Il. Da sempre Pyongyang, ha
utilizzato l’arma nucleare per spingere Washington a firmare un trattato di
pace che rimpiazzerebbe l’armistizio in vigore dal 1953. Il nuovo accordo
permetterebbe al paese asiatico di veder affluire aiuti dall’Occidente e,
soprattutto, nuovi programmi di sviluppo che innoverebbero la vetusta industria
statale. Una riapertura dei negoziati potrebbe dare alla leadership di Kim Jong
Un, un ulteriore appoggio dall’esterno garantendogli un futuro sicuro.
©
Piergiorgio Pescali
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