Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

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Giappone : Il Paese che va alle elezioni (23 Agosto 2009)

Il 30 agosto, 103 milioni di giapponesi saranno chiamati alle urne per rinnovare la Camera dei Rappresentanti. L’attuale Primo Ministro, il cattolico Taro Aso, ha rimesso il proprio mandato dopo che, nel giugno scorso, il Partito Liberal Democratico (PLD) ha subito una pesantissima ed inaspettata sconfitta nelle elezioni lacali a Tokyo. La debacle della capitale sembra abbia avuto un disastroso effetto domino in tutto l’arcipelago, tanto che i sondaggi danno il Partito Democratico (PDG), attualmente all’opposizione, in netto vantaggio. Se la tendenza verrà confermata, il Giappone potrebbe raggiungere il giro di boa: dopo 54 anni di ininterrotto potere, i liberal democratici si troverebbero in minoranza in entrambe le assemblee della Dieta, dopo aver già perso la Camera Alta (l’equivalente del nostro Senato), nel 2007.
Difficilmente, però, l’avvicendamento del potere si tramuterà in una rivitalizzazione dell’economia e della società giapponese. Il PDG è stato fondato nel 1998 da fuoriusciti del PLD e la sua struttura rispecchia il partito da cui è nato, con il problema aggiunto di dover rappresentare uno spettro ideologico più ampio, raggruppando anche ex socialisti e socialdemocratici. Recentemente Ichiro Ozawa,storico fondatore del partito, si è dimesso dalla segreteria perché accusato di aver ricevuto illegalmente l’equivalente di 216.000 dollari dalla Nishimatsu Construction. Buon sangue non mente... Al suo posto è salito Yukio Hatoyama. Scherzi della storia, visto che il nonno di Yukio, Ichiro Hatoyama, nel 1954 costrinse l’allora Primo Ministro Shigeru Yoshida, nonno di Taro Aso, alle dimissioni. L’anno seguente i due rivali si accordarono per fondare un nuovo movimento: il Partito Liberal Democratico. Cinque decenni dopo il duello tra le famiglie si ripete, ma le attuali guide politiche devono fronteggiare una crisi più profonda ed una società sfiduciata senza avere le doti di leadership dei loro avi. Disincagliare la nave Giappone è un compito che negli ultimi anni solo Junichiro Koizumi è parzialmente riuscito a compiere, ma dopo aver miracolosamente privatizzato le poste giapponesi, si è arenato tra le pastoie della burocrazia. Ora il PDG vorrebbe riprendere il programma di Koizumi, come ci spiega Naoto Kan, Presidente dei democratici: “il sistema a cui guardiamo è quello inglese, dove il governo ha la superiorità sul partito di maggioranza e il Paese è governato da un sistema parlamentare anziché burocratico”.
Lo scetticismo con cui i giapponesi colgono un possibile avvicendamento al potere, è dimostrato dal 50% degli elettori ancora indecisi su chi dare la preferenza. Neppure i canali televisivi danno spazio ai dibattiti: l’unico programma a sfondo politico seguito dai telespettatori, è quello ideato, diretto e condotto dal genio dei cartoni animati, Hayao Miyazaki. E proprio la vivacità dei manga contrasta con una società vecchia e sclerotizzata che nulla ha a che vedere con lo stereotipo di un Giappone dinamico e alternativo che abbiamo in Europa. Una popolazione che invecchia rapidamente, testimone del boom economico degli anni Sessanta, sta lasciando il passo ad una generazione di giovani edonisti, poco inclini ai sacrifici. “Secondo le statistiche, nel 2040 andrò in pensione con il 35% del mio stipendio attuale” mi dice Arata, un giovane ingegnere di 25 anni che lavora alla Toyota “Non sarò in grado di mantenere neppure la mia famiglia, tanto vale godermi la vita adesso.” Pochi credono che le promesse di Yokio Hatoyama, se eletto, potranno essere mantenute: scuola gratuita sino alla maturità, assegni famigliari di 200 euro al mese per ogni nato fino al compimento del quindicesimo anno di età, obbligo di assunzione dei lavoratori part time, riduzioni delle emissioni dei gas serra del 25% entro il 2020 rispetto ai valori del 1990. “In un contesto economico dove il PIL nel 2009 calerà del 6%, la disoccupazione è al 5,4% e il debito pubblico è al 180% del PIL, come può un futuro Primo Ministro promettere piani di risanamento da 17 miliardi di yen?” si chiede Fujio Mitarai, Presidente del Keidanren e Amministratore della Canon, nel suo ufficio di Tokyo, ricordando che la cifra corrisponderebbe al 3% del PIL giapponese. “Basta eliminare gli sprechi della macchina pubblica e riformare l’amministrazione” gli risponde Masaharu Nakagawa, Ministro ombra delle Finanze del PDG dimenticando, forse, che negli anni Settanta i movimenti di protesta che avevano chiesto la riforma amministrativa furono tacciati di sovversione rivoluzionaria. Il Keidanren è fortemente legato al PLD: nel solo 2007 ha elargito fondi al partito di Taro Aso per 2,9 miliardi di yen, rispetto ai soli 80 milioni dati al PDG. In cambio le leggi varate dai governi liberal democratici in materia di sussidi per le industrie, hanno dell’incredibile: secondo la OECD (Organization For Economic Cooperation And Development) di Parigi, la metà delle compagnie ricevono sussidi per ricerche fittizie, non pagano tasse e ricevono incentivi a fondo perduto; in questo modo molte aziende lavorano in perdita senza che si faccia nulla per riformarle. I tempi dell’effervescenza intellettuale che hanno portato le arti scientifiche, letterarie e cinematografiche giapponesi a competere a livello mondiale, sembrano oramai lontani. Molti dei Premi Nobel scientifici hanno affermato che se non avessero avuto la posssibilità di effettuare le ricerche all’estero, non sarebbe stato possibile per loro conseguire i risultati ottenuti. “Abbiamo fondi e tecnologie sufficienti” mi dice Osamu Shimomura, Premio Nobel per la Chimica nel 2008, “Ciò che manca è la creatività individuale”. La stessa gioventù giapponese, dopo anni di vivacità intellettuale e voglia di cambiamenti, si è adagiata. Ai libri di Oe Kenzaburo si preferiscono quelli di Banana Yoshimoto, le giovani attrici si vestono e si comportano da bambine infantili e le università giapponesi sono degli enormi parcheggi per studenti in attesa di un posto di lavoro dove non si impara nulla di più di quanto si sia appreso nella scuola superiore. “In Giappone si diventa adulti quando ci si adatta alla società e da questa si è accettati.” spiega il sociologo Masaru Tamamoto, “I contestatori degli anni Settanta e Ottanta, del cui impegno sociale oggi avremmo bisogno per dare una scossa a questa decrepita società, sono stati emarginati.” Fuori dall’ufficio di Masaru Tamamoto mi imbatto in un paio di senzatetto: non chiedono nulla, si trascinano stancamente nel caldo soffocante dell’estate giapponese. Nelle statistiche sono solo due dei 40.000 senzatetto che oggi vivono per le strade delle città giapponesi.

© Piergiorgio Pescali

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