Padre Johnson Thomas proviene dal Kerala. E' parroco della chiesa della Sacra Famiglia di Srinagar e vice preside della Burn School di Srinagar, l’unica scuola cattolica della regione.
Quanto influente è la voce della chiesa cattolica in Kashmir nel processo di pace in atto?
La chiesa cattolica gioca un ruolo che va ben oltre la esigua consistenza numerica dei suoi fedeli. E’ coinvolta attivamente nel Ministero della Riconciliazione e gioca un ruolo di bilanciamento tra i musulmani e gli hindù. Il lavoro dei cattolici è rispettato da tutti, tanto è vero che durante gli ultimi 13 anni di conflitto nessun prete cattolico, suora, istituzione, e' stata toccata dai militants, dai gruppi fondamentalisti o dall'esercito indiano. Tutto questo indica che la nostra non è solo una presenza simbolica; naturalmente occorrerà del tempo affinché il processo di pace abbia buon fine, qualunque sia il tipo di governo in carica nei rispettivi Paesi. La gente deve saper perdonare e i guerriglieri devono accettare di deporre le armi.
Come pensa possa evolvere il processo di pace dopo l'inizio dei colloqui tra India e Pakistan?
Entrambe i governi hanno una loro agenda politica e nessuno dei due vuole cedere dalle loro posizioni. Il problema e' che i kashmiri non sono nella posizione di decidere il loro futuro perché la regione e' al centro di grossi affari politici e finanziari. Inoltre sia India che Pakistan sono guidati da due potenti partiti che debbono fare i conti con la situazione politica dei due stati. L'unica via d'uscita che vedo è che in India e Pakistan arrivi al potere una persona talmente potente e carismatica che possa decidere autonomamente.
Se la popolazione del Kashmir potesse scegliere liberamente cosa sceglierebbe tra le tre opzioni: indipendenza, Pakistan o India?
Penso di poter affermare che la gente colta ed istruita del Kashmir vuole unirsi all'India anche se religiosamente i kashmiri sono legati al Pakistan musulmano. La posta in gioco è troppo alta e la comunità internazionale deve premere sull'India e sul Pakistan affinché raggiungano un accordo di compromesso assieme al popolo kashmiro.
© Piergiorgio Pescali
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