Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa
FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

INDOCINA - Un libro, una saggio, una guida per chi vuole approfondire

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Kashmir - Intervista a padre Johnson Thomas

Padre Johnson Thomas proviene dal Kerala. E' parroco della chiesa della Sacra Famiglia di Srinagar e vice preside della Burn School di Srinagar, l’unica scuola cattolica della regione.
Quanto influente è la voce della chiesa cattolica in Kashmir nel processo di pace in atto?
La chiesa cattolica gioca un ruolo che va ben oltre la esigua consistenza numerica dei suoi fedeli. E’ coinvolta attivamente nel Ministero della Riconciliazione e gioca un ruolo di bilanciamento tra i musulmani e gli hindù. Il lavoro dei cattolici è rispettato da tutti, tanto è vero che durante gli ultimi 13 anni di conflitto nessun prete cattolico, suora, istituzione, e' stata toccata dai militants, dai gruppi fondamentalisti o dall'esercito indiano. Tutto questo indica che la nostra non è solo una presenza simbolica; naturalmente occorrerà del tempo affinché il processo di pace abbia buon fine, qualunque sia il tipo di governo in carica nei rispettivi Paesi. La gente deve saper perdonare e i guerriglieri devono accettare di deporre le armi.
Come pensa possa evolvere il processo di pace dopo l'inizio dei colloqui tra India e Pakistan?
Entrambe i governi hanno una loro agenda politica e nessuno dei due vuole cedere dalle loro posizioni. Il problema e' che i kashmiri non sono nella posizione di decidere il loro futuro perché la regione e' al centro di grossi affari politici e finanziari. Inoltre sia India che Pakistan sono guidati da due potenti partiti che debbono fare i conti con la situazione politica dei due stati. L'unica via d'uscita che vedo è che in India e Pakistan arrivi al potere una persona talmente potente e carismatica che possa decidere autonomamente.
Se la popolazione del Kashmir potesse scegliere liberamente cosa sceglierebbe tra le tre opzioni: indipendenza, Pakistan o India?
Penso di poter affermare che la gente colta ed istruita del Kashmir vuole unirsi all'India anche se religiosamente i kashmiri sono legati al Pakistan musulmano. La posta in gioco è troppo alta e la comunità internazionale deve premere sull'India e sul Pakistan affinché raggiungano un accordo di compromesso assieme al popolo kashmiro.

© Piergiorgio Pescali

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