La repressione del Tibet da parte della Cina non è storia recente. Cinesi e mongoli sono più volte entrati nella regione sin dal XIII secolo, spesso chiamati dagli stessi monaci tibetani. Furono i mongoli, ad esempio, a creare l’appellativo Dalai (“oceano” sottinteso di saggezza) per un monaco della setta Gelukpa, impegnata allora nelle lotte di potere contro i Sakya, dando vita alla discendenza di cui Tenzin Gyatso è il XIV rappresentante. Qing e Manciù tornarono più volte a Lhasa nel corso dei secoli, alternandosi a inglesi e nepalesi. Nel 1904 Zhao Erfeng, generale manciù, venne soprannominato il “macellaio dei lama” per la sua efferatezza e crudeltà nell’imporre il suo volere. Migliaia di tibetani, monaci e civili, vennero massacrati da questo fedele emissario dell’ultima dinastia imperiale cinese. Tra il 1951 e il 1959 Mao riuscì a far prevalere in Tibet una politica moderata, permettendo al vecchio sistema feudale e monastico di sopravvivere ed intavolando una serie di colloqui con il Dalai Lama. Fu il Segretario del PCC del Xichuan Li Jingquan, ad iniziare nel 1955 contro la volontà del Presidente, le riforme che diedero vita alle proteste. Vennero confiscati i beni, la maggior parte dei monasteri venne chiusa e, i pochi rimasti aperti, vennero violati dalle Guardie Rosse durante la Rivoluzione Culturale. Le aperture seguite alla morte del Grande Timoniere, paradossalmente servirono da pretesto per altre rivolte: il programma di sviluppo, con l’afflusso di migliaia di Han e Hui, aveva evidenziato il problema etnico e culturale dei tibetani. A nulla valse la reintroduzione della lingua tibetana nelle scuole, la riapertura dei monasteri, il permesso di ripercorrere le kora, le vie dei pellegrinaggi. Il 5 marzo 1988, 20 anni fa, migliaia di tibetani riversarono il loro rancore verso Pechino chiedendo, tra l’altro, il ritorno del Dalai Lama. Oggi le manifestazioni dei monaci ripercorrono le medesime recriminazioni, con l’aggiunta di una richiesta in più: la liberazione di Gedhun Choekyi Nyima, riconosciuto incarnazione del X Panchen Lama dal Dalai Lama e, per questo, dal 1995 messo agli arresti domiciliari. Aveva sei anni.
© Piergiorgio Pescali
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