Nel 2002 l’Italia è stata il quinto Paese europeo investitore in Cina dopo Gran Bretagna, Germania, Francia e Olanda, ma il secondo Paese importatore di prodotti cinesi dopo la Germania. Nel 2001 lo scambio commerciale con Shanghai ha visto esportazioni per un totale di 1.210 milioni USD ed importazioni per 1.530 milioni USD. L’entrata della Cina nel WTO impone al Paese di adattarsi alle leggi internazionali del copyright pur mantenendo l’obbligo di registrare in loco i marchi e brevetti (il costo della registrazione è minimo e richiede tempistiche brevi). Le autorità cinesi sono estremamente collaborative nella lotta alle copie, ma molto spesso sono gli imprenditori italiani che lasciano scappatoie legali alle società cinesi per non aver registrato preventivamente il marchio. La mancata registrazione in Cina si potrebbe ripercuotere anche su altri mercati, dato che spesso il prodotto contraffatto può essere rivenduto a Paesi terzi. Infine la specificità e l’alta professionalità richiesta delle aziende presenti a Shanghai impedisce il lavoro minorile; Shanghai, infatti, è la città dove la manodopera è più cara di tutta la Cina
(In collaborazione con Alessandro Arduino, responsabile dell’Ufficio Economico del Consolato Italiano di Shanghai)
S-21 - Nella prigione di Pol Pot

S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.
IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa
INDOCINA - Un libro, una saggio, una guida per chi vuole approfondire

Per ordinarne una copia: 3394551575 oppure yasuko@alice.it
© COPYRIGHT Piergiorgio Pescali - E' vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso dell'autore
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento