Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

INDOCINA - Un libro, una saggio, una guida per chi vuole approfondire

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Le fate di Kumgansan

Nella regione meridionale della Corea del Nord che si affaccia sul Mare Orientale, proprio a pochi chilometri dalla linea di confine che la sapara dalla Corea del Sud, sorge una delle zone turistiche più interessanti della penisola.
Il suo nome, Kumgangsan, tradotto significa “Montagna di Diamante” perché in primavera le gocce di rugiada sui petali dei fiori che imperlano le verdi vallate e le nude rocce, brillano come pietre preziose quando vengono illuminate dai primi raggi del sole mattutino.
I punti d’attrazione nella regione sono numerosi, ma particolarmente affascinanti sono gli otto laghetti di acqua cristallina e pura, collegati tra loro da piccole cascatelle. Dalla roccia di Kuryong è possibile dominare questo spettacolo della natura nella sua interezza. Queste piccole pozze sono meta turistica di famiglie nordcoreane che portano qui i loro figli e raccontano loro una leggenda che tutti conoscono sin da bambini.
Mentre rientrava nella sua capanna ai piedi del monte Kumgang dopo aver raccolto legna, un giovane vide un cervo che cercava di fuggire da un cacciatore. Per salvarlo, lo nascose dietro al mucchio di legna e l’animale, come ringraziamento, gli predisse un futuro felice e sereno, dicendogli che quella stessa notte sarebbe stato visitato da uno spirito. Come preannunciato, durante la notte il giovane sognò uno spirito che gli disse di tornare nel luogo dove aveva salvato il cervo, raggiungere la cascata prospicente e aspettare che dal cielo scendessero le otto fate per bagnarsi nei rispettivi otto laghetti. A quel punto non avrebbe dovuto far altro che nascondere ad una delle fate la veste. Cosa sarebbe accaduto? Questo lo spirito non lo rivelò, ma il giovane decise di seguire il consiglio notturno.
Il mattino seguente raggiunse uno degli otto laghetti ed aspettò; dal cielo calò improvvisa la nebbia; subito dopo comparve un arcobaleno e con esso apparvero le otto fate. Mentre si lavavano, il ragazzo furtivo rubò una delle vesti. Non lo sapeva, ma gli abiti erano magici e consentivano alle fate di risalire verso il cielo una volta terminato il bagno. La fata a cui era stata nascosta la veste, non potè quindi ritornare a casa, e fu costretta a rimanere sulla terra. Ma, per sua fortuna incontrò il giovane e, dato che era molto attraente e onesto, subito se ne innamorò. I due si sposarono e dal loro amore nacquero due bambini. Ma il marito sapeva quanto la moglie desiderasse la veste che le era stata rubata e, per renderla felice, gliela mostrò, non ricordandosi dell’avvertimento avuto dallo spirito di non mostrare la veste alla fata prima della nascita del terzo figlio.
Appena riavuta la veste, la fata prese i due bimbi con sè e volò in cielo. Il giovane, sconvolto dalla perdita dell’amata e dei suoi figli, andava ogni giorno agli otto laghetti sperando di ritrovare la sposa perduta, ma nessuna fata comparve.
Una notte lo spirito rifece la sua comparsa nei sogni del ragazzo, avvisandolo che il Signore del Cielo proibiva alle fate di ridiscendere al Kumgangsan e che esse ora prendevano l’acqua calando dal cielo un secchio in ognuno degli otto laghetti. Se desiderava rivedere la sua sposa e i figli, non avrebbe dovuto far altro che tornare nel laghetto da dove lei avrebbe preso l’acqua e arrampicarsi col secchio sino al cielo. Così fece e gli innamorati si riincontrarono. Il Signore del Cielo, vedendo quanto forte fosse il loro amore, acconsentì a lasciar ridiscendere la fata e i bambini sulla terra e la leggenda dice che ancora oggi, in qualche parte ai piedi del monte Kumgang viva la fata del lago e, chissà, che sentendosi chiamare da qualche bambino, non compaia di nuovo sulle rive del laghetto...

© Piergiorgio Pescali

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