The
Interview è un lungometraggio che dovrebbe essere inserito nei
circuiti cinematografici dal prossimo 10 ottobre. Il film è scritto
dal canadese Seth Roger che, assieme a Evan Goldberg, ha diretto
anche le riprese. La trama è piuttosto semplice e ricorda, nel suo
svolgimento, l’assassinio di Ahmad Shah Massud, il comandante
dell’Alleanza del Nord antitalebana, avvenuto il 9 settembre 2011.
Il
giornalista Dave Skylark, interpretato dall’attore americano James
Franco e il suo produttore Aaron Rapoport, interpretato dal canadese
Seth Rogen, conducono il popolare programma televisivo Skylark
Tonight.
La locandina del film The Interview
Quando
scoprono che Kim Jong Un è un appassionato spettatore del programma,
chiedono ed ottengono un’intervista con il leader nordcoreano.
Mentre si preparano a volare a Pyongyang, un agente della CIA li
contatta e li recluta per assassinare Kim Jong Un.
Nei
pochi minuti del video promozionale si vede un Kim Jong Un (l’attore
americano di origini coreane Randall Park) accanito fumatore di
sigari, appesantito e fortemente sovrappeso esplicitamente dipinto in
modo canzonatorio.
L’agente
della CIA incaricata di istruire i due giornalisti sulle abitudini
del leader nordcoreano, spiega che “il popolo crede a qualunque
cosa egli dica, compreso il fatto che (Kim Jong Un) può parlare ai
delfini, non urina e non defeca”.
La
stessa Corea del Nord, appellata come “il paese più pericoloso
della Terra” viene dipinta a colpi di stereotipi, dove i militari
sono i cattivi di turno intrattenendosi a sbevazzare e gozzovigliare
assieme al loro leader, mentre il popolo fatica a sopravvivere.
“The
Interview” sarebbe stato concepito da Seth Rogen prima del 2011,
quando al potere in Corea del Nord c’era Kim Jong Il, durante una
discussione sulla possibilità che dei giornalisti avessero accesso
al massimo leader nordcoreano portando a termine un assassinio
commissionato dalla CIA. La morte del Grande Leader, avvenuta nel
dicembre 2011, ha costretto i produttori a cambiare soggetto,
orientandosi verso il figlio, Kim Jong Un.
Durante
la conferenza stampa durante la quale è stata proiettata l’anteprima
del film, Rogen ha spiegato che per preparare la sceneggiatura ha
letto tutto quanto ha potuto su Kim Jong Un chiedendo anche ad
esperti del settore consigli sulla scrittura. Se, però, la pellicola
rispecchia ciò che si è visto nel trailer, Seth Rogen non sembra
essersi scelto conoscitori così attenti della società nordcoreana e
del suo leader.
Rogen,
comunque, non è nuovo a provocazioni a scopo propagandistico:
durante gli MTV Movie Award del 2008 è salito sul palco assieme
proprio a James Franco fumando uno spinello finto al fine di
promuovere il suo film Strafumati.
James
Franco, co-protagonista accanto a Seth Rogen, è stato Harry Osborn,
il figlio del cattivo Green Goblin (Willem Dafoe) in Spider Man del
2002, 2005 e 2007.
La
sceneggiatura e le immagini del trailer hanno scatenato, come era
ovvio aspettarsi, le immediate proteste di Kim Myong Chol, direttore
del Centro per la Pace tra Corea del Nord e Stati Uniti e portavoce
non ufficiale del governo nordcoreano in Giappone.
Kim
Myong Chol ha obiettato che “produrre e proiettare nelle sale un
film sul complotto per uccidere il nostro leader è un chiaro atto di
terrorismo e di guerra che non sarà assolutamente tollerato”
aggiungendo che “l’insana e spericolata follia USA” di
utilizzare un “regista gangster” per sfidare la leadership
nordcoreana ha infuso “una ventata di odio e rabbia” tra il
popolo nordcoreano e i militari. “Se l’amministrazione USA
permetterà e difenderà l’uscita e la visione del film, saranno
prese contromisure spietate”.
Sempre
Kim Myong Chol ha affermato che “un film che traccia l’assassinio
di un leader straniero rispecchia quello che gli USA hanno fatto in
Afghanistan, Iraq, Siria e Ucraina”. “Non dimentichiamo, poi, chi
ha assassinato Kennedy, gli stessi americani” avvisando “Obama
che deve stare attento nel caso i militari USA vogliano uccidere
anche lui”.
Il
25 giugno, pochi giorni dopo le parole di fuoco di Kim Myong Chol, la
KCNA, l’agenzia di stampa nordcoreana, ha emesso un lungo
comunicato ufficiale attribuito al portavoce ufficiale del Ministero
degli Esteri in cui si afferma che “I nemici sono andati oltre i
limiti di tolleranza nei loro deprecabili film urtando la dignità
della suprema leadership della DPRK. L’anteprima di un film che
insulta e che descrive l’assassinio della suprema leadership della
DPRK sta per essere proiettato negli USA, culla del terrorismo
internazionale, ed ha scioccato la comunità mondiale. In questa
isteria provocatoria gli USA hanno raggiunto l’incoscienza
arrivando a corrompere un regista canaglia per ferire la dignità
della leadership suprema della DPRK. Questo atto di spavalderia nel
non temere la punizione del Cielo ha causato l’ira del popolo della
DPRK.”
Il
comunicato continua affermando che la sfrontatezza degli statunitensi
“rivela, comunque, la loro paura; paura causata dal roseo e
brillante futuro della DPRK sotto la leadership dell’impareggiabile
grande uomo (Kim Jong Un, ndr). E’ l’ultimo disperato tentativo
di coloro che sono stati sopraffatti da un sogno.”
Riprendendo
le parole di Kim Myong Chol, anche la KCNA indica come “assolutamente
intollerabile la distribuzione di questo film negli USA in quanto
azione terroristica e di guerra scatenata per privare il popolo della
DPRK della sua base ideologica e far crollare il sistema sociale.”
Il
comunicato termina con chiare minacce verso Washington: “É loro
(del popolo nordcoreano, ndr) ferma determinazione distruggere senza
pietà tutto ciò che osi ferire o attaccare, anche minimamente, la
suprema leadership del Paese.
Coloro
che diffamano la nostra suprema leadership e commettono atti ostili
contro la DPRK non potranno mai fuggire alla severa punizione che
verrà loro riservata secondo la legge, ovunque essi siano nel
mondo.
Se l’amministrazione USA convive a appoggia la proiezione del film, provocherà una forte e spietata contromisura.”
Se l’amministrazione USA convive a appoggia la proiezione del film, provocherà una forte e spietata contromisura.”
Quali
contromisure Pyongyang intenda adottare nessuno lo sa, ma nelle
prigioni della Corea del Nord sono ancora detenuti tre cittadini
statunitensi e non è azzardato pensare che saranno proprio loro i
primi a subire le conseguenze di “The Interview”.
Il
giorno seguente alla pubblicazione del comunicato della KCNA sul
film, sempre l’agenzia di stato ha avvisato che lo stesso Kim Jong
Un avrebbe “guidato il lancio di prova di un nuovo missile tattico
ultrapreciso appena sviluppato”. Marie Harf, portavoce del
Dipartimento di Stato americano ha spiegato che la Corea del Nord
avrebbe sì lanciato tre razzi dalle sue coste sudorientali, ma
escluderebbe che si tratti di armi dotate di nuove sofisticate
tecnologie. Secondo Kim Min-seok, del Ministero della Difesa
sudcoreano, Pyongyang avrebbe solamente migliorato tecnologie già
esistenti piuttosto che aver sviluppato nuovi sistemi missilistici.
Copyright ©Piergiorgio
Pescali
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