L’Italia
affronterà la nazionale del Costa Rica nella sua seconda partita del Mondiale
2014. Sulla carta sembrerebbe poco più di una semplice passeggiata, ma non
bisogna dimenticare che nel lontano 1966 una nazionale ben più forte di quella
attuale venne sbeffeggiata da dei dilettanti. I Campionati del Mondo si stavano
disputando in Inghilterra e l’Italia, dopo un girone eliminatorio roboante era
tra le favorite. La Corea del Nord, soprannominata dal vice CT Ferruccio
Valcareggi, una “nazionale di Ridolini” aveva rischiato addirittura di essere
esclusa dalla competizione perché molte delle nazioni occidentali non ne
riconoscevano ufficialmente l’esistenza, avendo invece rapporti diplomatici con
la Corea del Sud. Alla fine si scelse di usare un escamotage: si sarebbe
evitato di usare il nome ufficiale della nazione (Repubblica Democratica
Popolare di Corea) chiamandola semplicemente Nord Corea. Non venne, inoltre,
suonato l’inno nazionale della squadra prima della partita; due condizioni dure
da digerire per Kim Il Sung, leader della nazione, ma che vennero comunque
accettate, pur di vedere le maglie della nazionale gareggiare tra i colossi del
calcio mondiale. Il debutto non fu dei più felici: l’URSS sconfisse i
nordcoreani con un sonoro 3-0. Nella seconda partita, contro il Cile, il gioco
migliorò e i “reds” riuscirono a strappare un pareggio allo scadere della
partita. Ma la partita con l’Italia, il 19 luglio 1966, sembrava dovesse
segnare il mesto finale dell’avventura in terra inglese. Ed invece successe
l’impossibile: una palla calciata dal dentista Pak Doo-ik si infilò alle spalle
di Albertosi al 41° minuto. Inutili furono i tentativi degli Azzurri di
infilare i “Ridolini”. L’1-0 finale per la Corea del Nord spedì dritti dritti
gli italiani a casa, accolti all’aeroporto di Genova a pomodorate.
La
gloria dei nordcoreani durò solo per poco: dopo essere stati ospitati nel
seminario cattolico di Liverpool, il 23 luglio incontrarono il Portogallo di
Eusebio. Galvanizzati dal pubblico inglese, ammaliato da quei giocatori schivi
e umili, dopo 22 minuti di gioco la Corea del Nord conduceva già 3-0.
L’inesperienza giocò, però, un tiro mancino: anziché difendere il risultato
ormai acquisito, i coreani continuarono ad attaccare lasciando impressionanti
buchi in difesa. Fu Eusebio che infilò per ben 4 volte la porta avversaria. Il
risultato finale di 5-3 per il Portogallo fu una delusione per la squadra di
Pak Doo-ik che già pregustava il sapore di una promozione internazionale.
Comunque
andò, la Corea del Nord del 1966 entrò nella leggenda del calcio e servì come
monito agli anni avvenire per tutte le nazionali che, tronfie della propria
forza e tradizione, prendono sotto gamba partite che sembrano facili. Italia,
attenta! Non che la Costa Rica si trasformi in una nuova Corea del Nord!
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©Piergiorgio Pescali
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