Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

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Mondiali 2014: Italia-Costa Rica come Italia-Nord Corea del 1966?

L’Italia affronterà la nazionale del Costa Rica nella sua seconda partita del Mondiale 2014. Sulla carta sembrerebbe poco più di una semplice passeggiata, ma non bisogna dimenticare che nel lontano 1966 una nazionale ben più forte di quella attuale venne sbeffeggiata da dei dilettanti. I Campionati del Mondo si stavano disputando in Inghilterra e l’Italia, dopo un girone eliminatorio roboante era tra le favorite. La Corea del Nord, soprannominata dal vice CT Ferruccio Valcareggi, una “nazionale di Ridolini” aveva rischiato addirittura di essere esclusa dalla competizione perché molte delle nazioni occidentali non ne riconoscevano ufficialmente l’esistenza, avendo invece rapporti diplomatici con la Corea del Sud. Alla fine si scelse di usare un escamotage: si sarebbe evitato di usare il nome ufficiale della nazione (Repubblica Democratica Popolare di Corea) chiamandola semplicemente Nord Corea. Non venne, inoltre, suonato l’inno nazionale della squadra prima della partita; due condizioni dure da digerire per Kim Il Sung, leader della nazione, ma che vennero comunque accettate, pur di vedere le maglie della nazionale gareggiare tra i colossi del calcio mondiale. Il debutto non fu dei più felici: l’URSS sconfisse i nordcoreani con un sonoro 3-0. Nella seconda partita, contro il Cile, il gioco migliorò e i “reds” riuscirono a strappare un pareggio allo scadere della partita. Ma la partita con l’Italia, il 19 luglio 1966, sembrava dovesse segnare il mesto finale dell’avventura in terra inglese. Ed invece successe l’impossibile: una palla calciata dal dentista Pak Doo-ik si infilò alle spalle di Albertosi al 41° minuto. Inutili furono i tentativi degli Azzurri di infilare i “Ridolini”. L’1-0 finale per la Corea del Nord spedì dritti dritti gli italiani a casa, accolti all’aeroporto di Genova a pomodorate.
La gloria dei nordcoreani durò solo per poco: dopo essere stati ospitati nel seminario cattolico di Liverpool, il 23 luglio incontrarono il Portogallo di Eusebio. Galvanizzati dal pubblico inglese, ammaliato da quei giocatori schivi e umili, dopo 22 minuti di gioco la Corea del Nord conduceva già 3-0. L’inesperienza giocò, però, un tiro mancino: anziché difendere il risultato ormai acquisito, i coreani continuarono ad attaccare lasciando impressionanti buchi in difesa. Fu Eusebio che infilò per ben 4 volte la porta avversaria. Il risultato finale di 5-3 per il Portogallo fu una delusione per la squadra di Pak Doo-ik che già pregustava il sapore di una promozione internazionale.

Comunque andò, la Corea del Nord del 1966 entrò nella leggenda del calcio e servì come monito agli anni avvenire per tutte le nazionali che, tronfie della propria forza e tradizione, prendono sotto gamba partite che sembrano facili. Italia, attenta! Non che la Costa Rica si trasformi in una nuova Corea del Nord!

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