Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

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Myanmar: rapporto della ONG ERI sulle attività di Total e Chevron in Myanmar (settembre 2009)


La ONG thailandese Earth Rights International (ERI) ha pubblicato un rapporto in cui si accusa le multinazionali del petrolio Total e Chevron, di corrompere funzionari del governo militare birmano e di utilizzare lavoro forzato per lucrare sui progetti di estrazione di gas naturale nel giacimento di Yadana.

Matthew Smith, autore del rapporto, afferma che “i rpogetti della Total e della Chevron hanno portato nelle tasche dei generali birmani 4,83 miliardi di dollari”. Un altro esponente della ERI, Naing Htoo, è ancora più drastico: “Le forze di sicurezza della Chevron e della Total sono responsabili di numerosi assassinii o di indicare alla polizia birmana i nomi degli attivisti che si oppongono alla presenza delle multinazionali.”

Stati Uniti e Comunità Europea da tempo invocano il boicottaggio verso il Myanmar. Alcuni Paesi, come la Gran Bretagna, arrivano anche a chiedere ai turisti di evitare ogni visita in questo Paese del Sud East Asiatico al fine di non foraggiare il regime dei generali. Aung San Suu Kyi, la leader dell’opposizione birmana agli arresti domiciliari, ha più volte ribadito la necessità di tagliare ogni legame con il governo militare.

“Il fatto che le sanzioni alla Birmania non siano rispettate» accusa Smith, “garantisce la sopravvivenza dei generali. In questo senso, Total e Chevron sono responsabili anche della lunga detenzione di Aung San Suu Kyi e di altre migliaia di detenuti politici incarcerati nel Paese”.

Jean-François Lassalle, portavoce della Total, mi dice che “il rapporto della ERI contiene numerose falsità e interpretazioni tendenziose. Siamo sorpresi che la ONG thailandese non ci abbia mai informato dei fatti di cui ci accusa.” La francese Total ha avviato numerosi progetti sanitari e educativi parallelamente all’estrazione del gas naturale. Lassalle afferma che “Il nostro Collaborative Learning Project, criticato dalla ERI nel suo rapporto, è riconosciuto a livello mondiale come uno dei programmi etici più avanzati.” In effetti nella cittadina di Dawei, dove vivono numerosi lavoratori della Total, sono pochi coloro che si lamentano: “Le condizioni di lavoro sono decisamente migliori alla Total che in altre compagnie.” afferma un ex dipendente che, grazie ai guadagni ricevuti mentre era alle dipendenze del colosso transalpino, oggi gestisce un piccolo hotel ed un internet point. E’ però anche vero che i legami tra le compagnie petrolifere ed il regime birmano sono indissolubili: la richiesta di poter visitare uno dei loro centri sanitari o educativi di cui vanno tanto fieri, mi viene negata perché, secondo quanto spiega il responsabile Philip Gateau, “serve il permesso del governo e ottenerlo è particolarmente difficile”.

Accurato e no che sia, il rapporto dell’ERI risolleva il problema di un embargo evocato dall’Occidente che viene regolarmente disatteso. Secondo un recente studio della CISL, sono più di cento le aziende italiane che hanno regolari frapporti commerciali con il Myanmar.


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