Ci si aspetta che in un paese che ha direttamente conosciuto l’ecatombe nucleare, il movimento che si batte contro l’installazione di centrali atomiche sul suo territorio, sia popolare. Invece in Giappone le associazioni antinucleari non hanno mai avuto grande seguito tra l’opinione pubblica, tanto che la nazione trae il 70% dell’energia che utilizza dalla fissione atomica. I drammatici eventi che hanno caratterizzato questi giorni di marzo, però, potrebbero segnare una svolta nella sensibilità dei giapponesi. I problemi emersi nella centrale di Fukushima, infatti, hanno risvegliato in molti una coscienza ecologica. Ne parliamo con Sawa Tihiro, scienziato nucleare e membro del Nuclear Information Center, l’organizzazione giapponese più attiva nel denunciare i rischi del nucleare.
-Cosa è successo nella centrale nucleare di Fukusima?-
-Esattamente nessuno sa ciò che è accaduto e ciò che sta accadendo. Il governo e la Tokyo Electric Power Co (TEPCO, la compagnia privata che ha in gestione la centrale, ndr) lasciano trapelare poche notizie. Non penso dipenda da una loro precisa volontà, ma dal fatto che loro stessi stanno cercando di capire come fronteggiare la situazione.-
-In effetti il dramma a cui stiamo assistendo è il frutto di un accavallamento eccezionale di eventi e nella forza in cui si sono presentati.-
-E’ vero, i piani di sicurezza previsti non erano pronti a fronteggiare un simile sviluppo di energia distruttiva, ma questo dimostra, una volta ancora, che le centrali nucleari, anche se costruite e gestite con criteri di massima sicurezza, presentano sempre delle falle. Qualunque grande impianto, specie se complesso, presenta delle incognite e degli imprevisti che possono tramutarsi in tragedie-
-Eppure i giapponesi hanno accettato il rischio, preferendo l’alternativa nucleare al petrolio. Questo incidente pensa cambierà questa posizione?-
-Sì, mi aspetto che nei prossimi anni l’opinione pubblica prenda coscienza del pericolo connesso con il nucleare e dei costi elevati che esso comporta.-
-Pensa però sia possibile riconvertire l’intera economia energetica giapponese? Il 70% del consumo di energia deriva dall’atomo, i costi di riconversione sarebbero stratosferici e i tempi biblici.-
-Le centrali nucleari hanno un periodo di vita limitato. Cominciamo a sostituire quelle che a breve verranno chiuse impiegando uomini e mezzi nella ricerca delle fonti alternative. Non chiediamo la chiusura immediata di tutte le centrali, ma la loro riconversione.-
-Sarebbe sostenibile per il consumo e lo spreco enorme di energia della società giapponese, contare solamente sulle fonti alternative e rinnovabili?-
-Tra le fonti rinnovabili io non penso solo a quella solare o eolica, ma anche alla fusione nucleare e ad altri studi in materia energetica. Occorre, naturalmente, sostenere finanziariamente e politicamente simili progetti.-
-Il governo ha deciso di raffreddare il nucleo del reattore con acqua di mare. Pensa che sia la soluzione giusta? Il vapore generato potrebbe sviluppare idrogeno e innescare un’esplosione ben più pericolosa e devastante.-
-L’utilizzo dell’acqua di mare per raffreddare il nucleo è l’ultima soluzione rimasta. Si vede che la situazione è ben peggiore di ciò che vogliono far credere. Non avendo dati sufficienti che ci permettano di conoscere la reale condizione del reattore, non sono in grado di esprimere un parere su ciò che è stato deciso.-
© Piergiorgio Pescali
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