Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

INDOCINA - Un libro, una saggio, una guida per chi vuole approfondire

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La Chiesa cattolica in Corea del Nord (1)

La piccola comunità cristiana di Pyongyang, circa duemila fedeli di cui 800 cattolici, ogni domenica si raduna per assistere la messa nella chiesa cattolica di Changchung, in pieno centro della capitale, e nelle due chiese protestanti di Chilgol e Pongsu, così battezzata in onore della madre di Kim Il Sung, fervente cristiana. Organismi cattolici come la Caritas, Misereor, i Padri di Maryknoll, i frati Benedettini (la congregazione più numerosa in Nord Corea prima del 1950) hanno avviato programmi di collaborazione e sviluppo ed il governo stesso non cela la sua preferenza verso questo tipo di interventi, meno politicamente interessati rispetto agli aiuti convogliati in via ufficiale dagli stati e dalle agenzie collegate all’ONU. Ma se Pyongyang è ben disposta verso le Chiese cosiddette “storiche”, è invece infuriata con quella costellazione di comunità e sette che proliferano in Corea del Sud con l’aiuto finanziario degli Stati Uniti. Migliaia di sudcoreani e cinesi si sono stanziati lungo i milletrecento chilometri del confine sino-coreano per accogliere i cittadini nordcoreani che attraversano la frontiera alla ricerca di cibo e di commercio, facendo opera di proselitismo religioso caratterizzato da un violento anticomunismo. Con l’avvento dell’amministrazione Bush, questa pratica è divenuta ancora più audace, inducendo il governo di Kim Jong Il a cercare un dialogo più aperto con il Vaticano. Questo incontro, oltre a consentire alla Chiesa cattolica di sfondare un muro impenetrabile fino a pochi anni fa, può a sua volta fungere da passpartout a Pyongyang per aprire le porte della diplomazia europea. Paolo Kang Ji Yong, Segretario generale dell’Associazione Cattolica della Corea del Nord, l’organismo governativo che si occupa delle relazioni tra lo stato e la Santa Sede per lo sviluppo della chiesa in Nord Corea, è molto chiaro sulla divisione di ruoli applicati dallo stato tra religione e politica: «Nella vita religiosa siamo devoti a Cristo, ma nella vita sociale rispettiamo e rendiamo omaggio al Grande Presidente Kim Il Sung e al Grande Leader Kim Jong Il, che si prendono cura di noi». Paolo, dopo aver speso parole di elogio verso il papa, che definisce piuttosto coreograficamente «Supremo Comandante della Chiesa Cattolica», ricorda che lo stesso Kim Jong Il ha ufficialmente avanzato un invito affinché il pontefice visiti la Corea del Nord. La grande difficoltà che si riscontra oggi nel Paese, non è però tanto nel dialogo tra governo e cattolici, quanto nel rintracciare e raggiungere le centinaia di fedeli sparsi per il Paese. In previsione di una apertura delle frontiere, la Chiesa cattolica ha fondato due associazioni con lo scopo di ricominciare il lavoro missionario e umanitario interrotto nel 1950. Al Comitato per l’Evangelizzazione della Corea del Nord è stata presto aggiunta la Conferenza per le Missioni del Nord, fondata nel 1994, il cui campo di attività varcherebbe i confini coreani per operare anche nelle regioni nordorientali della Cina, dove già lavorano i Salesiani, Francescani, Benedettini, Padri di Mayknoll.

© Piergiorgio Pescali

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