Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

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Il Rapporto Armitage

Il Rapporto Armitage è stato redatto per la prima volta nel marzo 1999 da Richard Armitage in occasione di un simposio sulla Corea del Nord organizzato dall’Istituto Nazionale per gli Studi Strategici, un dipartimento della National Defense University. Repubblicano tra i più conservatori e considerato uno dei più strenui sostenitori della politica interventista statunitense, Armitage, dopo essere stato assistente al Segretario della Difesa dell'amministrazione Bush padre, è oggi vice Segretario di Stato nell'amministrazione Bush figlio, oltre che Presidente del gruppo di lavoro della Politica Statunitense verso la Corea del Nord. Il suo Rapporto, nonostante sia vecchio di cinque anni, rimane il fondamento su cui si basa la politica di Washington nei confronti del regime di Pyongyang. Il pilastro attorno a cui ruota il documento, espresso nella prefazione, è particolarmente indicativo sul suo contenuto:
«Se non è possibile giungere ad una soluzione diplomatica, è meglio scoprirlo prima che dopo per proteggere meglio i nostri interessi di sicurezza. Se la Corea del Nord non lascia altra scelta che il confronto, questo deve essere giocato secondo i nostri termini, non i loro.» La relativa distensione con il governo di Kim Jong Il voluta da Clinton, culminata con la visita di Madeleine Albright a Pyongyang, non è stata salutata con entusiasmo dai falchi Repubblicani e il Rapporto Armitage invita a riproporre una nuova politica: «Il primo approccio per delineare la nuova politica è quello di riguadagnare l’iniziativa diplomatica. La nostra strategia deve integrare gli interessi dei nostri alleati, il che consentirà il rafforzamento della struttura alleata e permetterà a Washington di confrontarsi più attivamente con Pyongyang».
Particolarmente allarmante è la parte che minaccia anche la più grande potenza asiatica, la Cina Popolare: «Nessun approccio con la Corea del Nord può essere vincente se non ci si assicura la cooperazione con la Cina. Pechino deve capire che sarà punita per il fallimento o sarà premiata per la sua cooperazione».
Per assicurare la vittoria militare, impossibile senza un apporto del Giappone e della Corea del Sud, Armitage chiede alla propria amministrazione di premere sui rispettivi governi al fine di rafforzare l’alleanza militare, accettare di contribuire alla costruzione del TMD (Theatre Missiles Defence): «gli USA devono incoraggiare il Giappone ad accelerare la legislazione che sottolinea l’importanza dell’alleanza USA-Giappone per gli interessi della sicurezza di Tokyo nella regione. Gli USA devono chiedere una tavola consultiva tra i tre Ministri della Difesa (USA, Sud Corea e Giappone). Il meeting dovrebbe considerare azioni al fine di implementare le opzioni per rafforzare le difese, ad esempio un incremento del radar anti artiglieria attorno a Seoul, dispiegare più Patriots in Giappone togliendoli all’Europa e agli USA continentali. Anche una cooperazione per una difesa missilistica più stretta e coordinata e una serie di esercitazioni che dovrebbero affrontare eventuali simulazioni di attacchi nordcoreani sarebbero inclusi in questo punto. Deve essere disegnata una “Linea Rossa” assieme alla Corea del Sud e al Giappone chiarendo quale atteggiamento da parte della Corea del Nord sia da ritenersi inaccettabile e sottolineare che le azioni militari a scopo provocatorio della Corea del Nord non saranno tollerate e provocheranno una risposta.
Il Pentagono deve rivedere la presenza americana in Sud Corea, non in vista di una riduzione, ma per mettere le forze USA in grado di rispondere ottimamente alla natura evolutiva della minaccia nordcoreana.
Il Pentagono e il Comandante in Capo del Comando delle Forze Combinate nella Repubblica di Corea, dovrebbe rivedere le proprie forze per delineare quale miscela di sorveglianza, radar e altre armi sarà necessaria per aumentare la difesa di Seoul contro i bombardamenti o gli attacchi a sorpresa»
Il documento termina con un nuovo attacco alla dirigenza di Pechino: «La cooperazione attiva della Cina è vitale e dato che Cina e USA dividono comuni interessi nella penisola coreana, ci si aspetta che la Cina agisca in maniera positiva. Nel caso scoppi un conflitto come risultante di una inadeguata cooperazione, Pechino dovrà assumersene la responsabilità».
A testimonianza che il Rapporto Armitage è stato preso come linea guida dall’attuale governo statunitense e che questo è pronto a metterlo in pratica, si può citare l’intercettazione della nave nordcoreana verso il Medio Oriente effettuata dalla marina USA pochi mesi orsono. L’azione non è stata altro che la messa in pratica del Rapporto nel punto riguardante il problema missilistico: «Se l’esportazione dei missili continuasse e gli USA identificassero questi invii, noi dovremmo fare il possibile per intercettare tali consegne. Dovremmo chiarire che agiremo sotto la Carta ONU di diritto all’autodifesa»
A sostegno del Rapporto Armitage, nel marzo 2000 il Comandante delle Forze Armate USA in Sud Corea, Generale Thomas A. Schwartz, ha descritto la Corea del Nord come il paese che, più di tutti, potrebbe portare gli USA ad una guerra totale. Ancora più dell’Iraq.

© Piergiorgio Pescali

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