Sievert,
millisievert, becquerel, rem, gray… In questi mesi abbiamo sentito
avvicendarsi in modo caotico e, spesso, senza alcun nesso, queste sigle con cui
si misurano, in modi differenti, le radiazioni.
Parlare di 10 miliardi di becquerel e, subito dopo di 0,2
microsievert, per poi passare ai rem è un modo subdolo per creare confusione ad hoc nella mente di chi legge per
indirizzarla verso le proprie tesi.
Ma cosa significano tutte queste sigle e, soprattutto, le
loro grandezze rappresentano tutte la stessa pericolosità? Ovviamente no. Ed
ecco una breve guida su come orientarsi nel caos delle unità di misura della
radioattività.
Le radiazioni possono danneggiare le nostre cellule ed i
legami chimici del DNA. Naturalmente la pericolosità di ogni elemento dipende
dalla quantità e qualità di radiazioni emesse che, a loro volta, dipendono
dalla quantità di materiale.
Il becquerel esprime la quantità di radiazioni generiche
emesse da una sostanza. Affermare che una data quantità di materiale ha una
radioattività di 31 Bq significa che in un secondo si sono conteggiati 31
decadimenti su quel determinato quantitativo. In genere il becquerel viene
indicato per esprimere la quantità di contaminazione radioattiva contenuta nel
cibo o nell’acqua (in questo caso si parla di bq/kg, bq/g, bq/l, bq/cm3).
Questo, però, indica poco o nulla sulla pericolosità che
queste radiazioni possono avere sul nostro corpo perché non specifica di quale
tipo esse siano. Un conto è avere un elemento che ha un certo livello di
becquerel con emissioni alfa, un altro è avere un elemento che emette la stessa
quantità di becquerel, ma con emissioni gamma.
Per questo non è possibile fare alcun termine di paragone
tra becquerel e sievert.
Inoltre, cosa che crea ancora più confusione nei
resoconti mediatici, le unità di misura dei becquerel possono riferirsi ad
unità di peso o volume, quindi in grammi, chili, tonnellate, litri, metri cubi,
differenziando anche di un fattore mille per una stesso quantitativo di
radioattività.
Per indicare la quantità di radiazioni assorbite dal
nostro corpo (la “dose assorbita”) si utilizza il gray, misurato in
joule/chilogrammo. Qui ci avviciniamo maggiormente a quella che può essere
definita la pericolosità intrinseca di una sostanza, ma ancora siamo distanti
dal definire la potenziale tossicità sul nostro corpo perché, ancora una volta,
il gray non ci indica la qualità delle radiazioni. Per questo è stato
introdotto un fattore di correzione: 1 per le radiazioni gamma e 20 per le
radiazioni alfa, ottenendo quella che si chiama “dose equivalente”, espressa in
sievert. E’ questa che dà un’idea degli effetti dannosi che una sostanza può
provocare sull’organismo.
Dato che il sievert è un’unità di misura troppo grande,
si utilizzano i suoi sottomultipli (millisievert o microsievert,
rispettivamente 1/1000 sievert e 1/100000 sievert).
Altre unità di misura che si sono incontrate sulle pagine
della stampa internazionale sono i rad (radon) e i rem, le cui equivalenze con
i sieverts e i grays sono riportate qui sotto.
1 gray (Gy) = 100 rad
1 sievert (Sv) = 1.000 millisieverts (mSv)
1 sievert (Sv) = 1.000 millisieverts (mSv)
1 mSv = 1.000 microsieverts (μSv)
1 sievert = 100 rem
1 rem = 1.000 millirem
1 sievert = 100 rem
1 rem = 1.000 millirem
1
rem = 0,01 Sv = 10.000 mSv
Alcune
dosi di radiazioni assorbite:
Dose
radiazioni media naturale del terreno assorbita da un italiano: 3 mSv/anno
Mammografia:
3 mSv
TAC
completa: 10 mSv
Dose
radiazioni assorbite da un equipaggio aereo: 20 mSv/anno
Dose
massima di radiazioni che possono assorbire lavoratori nelle centrali nucleari
in USA: 50 mSv
Dose
assorbita dagli astronauti per ogni missione spaziale dello Space Shuttle: 250
mSv
Copyright ©Piergiorgio Pescali
Nessun commento:
Posta un commento