Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

INDOCINA - Un libro, una saggio, una guida per chi vuole approfondire

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Mission: il programma "social TV" che la RAI manderà in onda a dicembre (terza parte)

Mission: resi noti i costi di produzione.

Giancarlo Leone (direttore di RAI 1) ha reso noti i costi di produzione del programma Mission: 400.000 euro a puntata.


Il cachet dei testimonials (beh, mica potevano andarci gratis a rischiare la vita tra i poveri negretti africani...) guadagnano 700 euro al giorno. Loro sono VIP, cioè Very Important Person, che si degnano di lasciare la loro vita dorata per andare a trovare i VNIP (Very Non-Important Person)...


Ora la domanda viene spontanea: quanto guadagnano i free lance, i fotografi che (loro sì), rischiano ogni giorno la vita per uno scatto fotografico, un articolo da mandare alla redazione, che dormono in alberghetti da 4 soldi, mangiano nei ristorantini locali? Nessuno si sogna i 700 euro (ad articolo, non al giorno) che ha guadagnato un Emanuele Filiberto o una Paola Barale.


Un articolo (quando viene pagato, perché alcune redazioni giornalistiche pensano che la sola pubblicazione sia già una forma di pagamento), è pagato al massimo 200 euro. E scrivere un (buon) articolo comporta molto più di un giorno tra verifiche incrociate, interviste, studio della situazione... Senza contare che, spesso e volentieri, occorre pagare il permesso per entrare in zone particolari, occorre comperare giubbotti antiproiettili, caschi, affittare le macchine, l'autista, la guida...

I freelance farebbero salti di gioia per guadagnare 700 euro (non dico al giorno), ma ad articolo.
Regalare 700 euro a questi personaggi borghesucci e mondanotti solo perché l'opinione pubblica li considera VIP è un insulto al giornalismo. E in Italia il giornalismo, quello vero, è già stato insultato abbastanza.



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