Paul Hewson, in arte
Bono, sorride accanto alla fotografia di Aung San Suu
Kyi . Lui, che nel 2000 ha dedicato all’eroina della lotta birmana
la canzone Walk On, ha seguito con
trepidazione tutte le fasi delle manifestazioni dei monaci buddisti svoltesi
nel Paese asiatico. Lo abbiamo intervistato proprio mentre Beaudee Zawmin, esponente
del governo birmano in esilio, riceveva il Premio per la Pace a Milano.
-Lei
ha sempre seguito da vicino la vicenda birmana dedicando una canzone a Aung San Suu Kyi . Cosa l’ha indotta a seguire la
vicenda birmana: il dramma di un popolo o il coraggio di una donna come Aung San Suu Kyi ?-
-Nessuno mi ha mai posto
questa domanda e devo ammettere che mi è difficile rispondere. Potrei dire: “entrambe
le cose”, ma so che non mi crederesti. Indubbiamente la figura di Aung San Suu Kyi esprime un grande fascino per chi
si batte per la giustizia. Forse la “Lady” è stata il tramite per farmi
avvicinare ancor più al dramma del popolo birmano.-
-Non
tutti i popoli possono avere una figura carismatica e rispettata
internazionalmente come Aung San Suu Kyi ;
una personaggio che convogli l’attenzione del mondo sul dramma che stanno
vivendo. Cosa fare affinché anche le altre masse oppresse possano godere
dell’interesse della comunità mondiale?-
-E’ vero. I birmani hanno
Aung San Suu Kyi , i tibetani il
Dalai Lama, i sudafricani Mandela. E’ importante mantenere viva l’attenzione anche
per le aree dimenticate, come il Sudan, l’Etiopia. In tutti i Paesi ci sono
organizzazioni che possiamo aiutare. Penso ai missionari, ai volontari, ai
ricercatori. Ogni singola persona può premere sul proprio governo affinché si
adoperi per favorire politiche di vero sviluppo.-
-Cosa
ha pensato quando ha visto i serpentoni arancioni sfilare lungo le vie di
Yangon?-
-Mi sono commosso. Ho
pregato, pregato tantissimo. Sono cristiano, ma di fronte alla fame di
giustizia e alla sete di libertà, siamo tutti uniti. Sono questi i valori che
uniscono l’umanità.-
-Pensa
che il boicottaggio sia utile per la risoluzione del problema della Birmania?-
-Penso che possa
contribuire alla risoluzione mostrando ai militari che il mondo non è con loro.
Tu, a differenza di me, sei stato più volte in Birmania, hai incontrato Aung San Suu Kyi . E’ importante far sentire ai
birmani e ai monaci che non sono dimenticati.
-“Avresti
potuto andare via, un canarino in una gabbia aperta che volerà solo per la
libertà”. Sono versi
molto belli di Walk On, che lei ha scritto per Aung
San Suu Kyi . Glieli ha mai fatti sentire?-
-Non
personalmente. So che lei ha ascoltato la canzone e, a quanto mi è stato detto,
le è piaciuta. Mi piacerebbe cantarla con lei presente. Ma fino a che il Birmania
resterà un’enorme prigione per milioni di persone, sono sicuro che lei
preferirà condividere il dolore del suo popolo restando in quella gabbia
aperta.-
Copyright ©Piergiorgio Pescali
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