Il confronto che oppone Pechino al Dalai Lama non si limita allo scontro politico. La comunità tibetana in esilio in India, infatti, ogni anno elegge una Miss che, con disappunto della Cina, partecipa ufficialmente anche ai concorsi internazionali. L’attuale Miss Tibet in carica è Tenzin Dolma, 22 anni, eletta lo scorso ottobre.
-Che responsabilità ti ha dato portare la fascia di Miss Tibet 2007?-
-Quella di rappresentare una terra che vuole rendersi libera e che lotta per raggiungere questo fine. Ma voglio anche rappresentare tutte le donne tibetane, mostrare al mondo e alla nostra comunità che anche noi possiamo raggiungere traguardi internazionali. Il mio titolo servirà a far sapere al mondo che il Tibet è un Paese libero.-
-Sei nata in India e non hai mai conosciuto il Tibet. Ti senti più indiana o tibetana?-
-E’ vero, sono nata in India, ma i miei nonni sono scappati dal Tibet e i miei genitori mi hanno sempre insegnato a rispettare la nostra cultura. Mi sento tibetana al 100%. Se non lo fossi non avrei partecipato al concorso.-
-Si può partecipare ad un concorso anche per notorietà, per girare il mondo e non necessariamente per ideologia-
-Non per noi tibetani. Se si partecipa a Miss Tibet sappiamo che molte strade ci verranno precluse. A differenza di altre Miss, la fascia di Miss Tibet non porta fama o denaro.-
-Ritorneresti in Tibet se la Cina accogliesse le richieste del Dalai Lama e lui rientrasse a Lhasa?-
-Immediatamente.-
-Che cosa sogna Miss Tibet 2007, oltre ad un Tibet libero?-
-Vorrei vedere il paese dei miei nonni, l’Amdo. E naturalmente sposarmi e avere bambini liberi di andare nel loro paese.-
-E per te stessa?-
-Vorrei diventare modella e girare il mondo.-
-Cosa ha detto il Dalai Lama del concorso? L’ha approvato?-
-Certo! Sua Santità ha anche parlato direttamente alle finaliste. Ha suggerito di essere sempre umili e riservate, ma soprattutto di sentirsi sempre tibetane.-
-All’interno della comunità tibetana in molti, specialmente i monaci più tradizionalisti, hanno criticato il concorso.-
-Sì, ma bisogna adeguarsi ai tempi. Se aiutare la causa tibetana significa passare anche attraverso strade non tradizionali nel senso stretto della parola, penso si debba percorrere anche quella strada. Io, però, non mi preoccupo delle critiche: a me è bastata l’approvazione di Sua Santità il Dalai Lama.-
© Piergiorgio Pescali
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