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S-21 - Nella prigione di Pol Pot
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Corea del Nord - L'arsenale missilistico (giugno 2013)
La forza militare, ed in particolare nucleare,
della Corea del Nord viene da sempre mostrata dal regime come testimonianza
delle conquiste tecnologiche e scientifiche che permetteranno alla nazione di
mantenere la propria indipendenza e, al tempo stesso, di costruire una società
tecnologicamente avanzata a vantaggio dei cittadini. La rapidità con cui il
governo libico, alleato di Pyongyang, è crollato nonostante lo stesso Gheddafi
avesse accettato di interrompere il programma nucleare in cambio di
riconoscimenti politici, ha condotto Kim Jong Un a concludere che se il leader
africano avesse mantenuto l’arsenale militare intatto, le potenze europee non
avrebbero attaccato il suo paese. Dal 2006 ad oggi, la Corea del Nord ha
condotto tre test nucleari e fonti militari statunitensi ipotizzano che il
paese abbia accumulato plutonio sufficiente per la costruzione di 6-12 bombe
atomiche. Ma un conto è possedere armi nucleari, un altro è poterle indirizzare
sui bersagli. Pyongyang non avrebbe missili testati capaci di lanciare testate
atomiche: i Taepodong-2, i più potenti missili oggi a disposizione delle forze
armate nordcoreane capaci di raggiungere le coste orientali USA, sono
estremamente vulnerabili dato che hanno bisogno di una rampa di lancio fissa e
diversi giorni (se non settimane) di preparazione prima del lancio. Tutti gli
altri missili, dai KN-02 ai Nodong, hanno un
raggio di azione relativamente corto (al massimo 1.600 km), ma
soprattutto non sarebbero in grado di trasportare una testata nucleare se non
miniaturizzata, che attualmente Pyongyang non dispone.
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