Galileo no, Copernico sì

Galileo: «l’intenzione dello Spirito Santo è d’insegnare come si vada in Cielo e non come vada il cielo».

1632: Galileo pubblica il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Nove anni prima lo scienziato pisano aveva discusso le sue tesi eliocentriche con il cardinale Massimo Barberini, che diventò il seguito papa Urbano VIII, suo amico e compagno di studi all’università di Pisa, il quale le trovò per nulla sconcertanti.
Nell’ aprile 1633: inizia il processo a Galileo.
La Chiesa cattolica è fortemente divisa, non tanto per la tesi eliocentrica, che oramai sapeva essere più semplice e veritiera rispetto alla tesi geocentrica (lo stesso papa Gregorio nel 1582, 50 anni prima del processo, riformò il calendario basandosi sull’eliocentrismo), ma perché la fazione del cardinale Bellarmino, ostile a Galileo, pretendeva che lo scienziato ammettesse di parlare «ipoteticamente e per supposizione». Parlare «ipoteticamente e per supposizione» avrebbe dato alla Chiesa la possibilità di salvare capra e cavoli, rimanendo ancorata al famoso versetto biblico, ma al tempo stesso avrebbe potuto ammettere l’ipotesi che la Terra girasse attorno al Sole.
Contro Bellarmino, e a favore di Galileo, si era posto il cardinale Barberini.
Nella requisitoria finale Bellarmino affermò che «il dire che rendiamo conto delle apparenze, supponendo che la terra si muova e il sole sia in quiete, meglio di quanto possiamo fare usando le eccentriche e gli epicicli, è parlar propriamente; non c’è pericolo in questo e questo è tutto ciò di cui il matematico ha bisogno».
E’ esattamente ciò che Copernico fece 97 anni prima, concedendo la prefazione del suo De revolutionibus (1536) al furbo eclesiastico Andreas Osiander il quale, ben sapendo quanto gli aristotelici fossero potenti all'interno della Chiesa cattolica, scrisse che «Non è affatto necessario che queste ipotesi siano vere, e neppure che siano verosimili: piuttosto, è sufficiente una sola cosa: che diano luogo a calcoli che concordano con le osservazioni».
Il risultato fu che le tesi eliocentriche di Copernico (1473-1543) furono accettate senza problemi, mentre Galileo venne condannato (da notare che Lutero aveva bollato Copernico e le sue tesi come «un folle che va contro i decreti divini»)
Ma l’attacco a Galileo non fu solo diretto verso lo scienziato, ma fu dettato anche dagli eventi del tempo.
Nel 1618 il Defenestramento di Praga da parte di alcuni protestanti aveva dato avvio alla Guerra dei Trent’anni che incitò alla ribellione le comunità protestanti di Ungheria, Boemia e Transilvania.
Fu anche questa guerra, nominalmente combattuta tra cattolici e protestanti, che indusse il papa a stroncare ogni eresia, sia morale che astronomica, compresa quella eliocentrica.
Non è un caso che il cardinale Bellarmino, durante il processo affermò che «dire che la Terra ruota attorno al Sole è un’eresia quanto quella di affermare che Gesù non nacque da una vergine».

Galileo lasciò il tribunale ecclesiastico a testa alta lanciando il famoso «Eppur si muove»: a dispetto delle sentenze di qualsiasi tribunale e a dispetto di qualsiasi credenza popolare, la realtà rimaneva una sola: la Terra girava attorno al Sole.

Copyright ©Piergiorgio Pescali

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