Corea del Nord - L'arsenale missilistico (giugno 2013)

La forza militare, ed in particolare nucleare, della Corea del Nord viene da sempre mostrata dal regime come testimonianza delle conquiste tecnologiche e scientifiche che permetteranno alla nazione di mantenere la propria indipendenza e, al tempo stesso, di costruire una società tecnologicamente avanzata a vantaggio dei cittadini. La rapidità con cui il governo libico, alleato di Pyongyang, è crollato nonostante lo stesso Gheddafi avesse accettato di interrompere il programma nucleare in cambio di riconoscimenti politici, ha condotto Kim Jong Un a concludere che se il leader africano avesse mantenuto l’arsenale militare intatto, le potenze europee non avrebbero attaccato il suo paese. Dal 2006 ad oggi, la Corea del Nord ha condotto tre test nucleari e fonti militari statunitensi ipotizzano che il paese abbia accumulato plutonio sufficiente per la costruzione di 6-12 bombe atomiche. Ma un conto è possedere armi nucleari, un altro è poterle indirizzare sui bersagli. Pyongyang non avrebbe missili testati capaci di lanciare testate atomiche: i Taepodong-2, i più potenti missili oggi a disposizione delle forze armate nordcoreane capaci di raggiungere le coste orientali USA, sono estremamente vulnerabili dato che hanno bisogno di una rampa di lancio fissa e diversi giorni (se non settimane) di preparazione prima del lancio. Tutti gli altri missili, dai KN-02 ai Nodong, hanno un  raggio di azione relativamente corto (al massimo 1.600 km), ma soprattutto non sarebbero in grado di trasportare una testata nucleare se non miniaturizzata, che attualmente Pyongyang non dispone.

Copyright ©Piergiorgio Pescali

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